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L'emergenza sanitaria non finirà insieme alla pandemia

Salvatore Monteduro, segretario della Uil del Lario, ricorda la necessità di aprire un confronto sul tema della sanità

La pandemia passerà, l'emergenza sanitaria no. Non in quel momento, quantomeno. È il parere di Salvatore Monteduro, segretario generale della Uil del Lario, secondo cui “le criticità del Sistema Sanitario Lombardo erano evidenti già prima dell’emergenza Covid: lunghe liste d’attesa per fruire delle prestazioni di ricovero, ambulatoriali e di diagnostica, ore di attesa in pronto soccorso che sono notevolmente aumentate in questi oltre due anni di pandemia. Oggi, per una prima visita oculistica in provincia di Como, ci vogliono da 39 a 190 giorni”, come riportato sul sito della locale Ats. “Pur con tutte le richieste fatte alle Ats e Asst lombarde, non abbiamo una conoscenza analitica di quante siano le prestazioni sanitarie di ricovero, ambulatoriali, diagnostica programmate, annullate o spostate nel periodo 2020/2021”.

Nell’anno 2020 le prestazioni ambulatoriali e specialistiche erogate sono diminuite del 20,3% rispetto all’anno precedente in tutto il Paese. In Lombardia il calo è stato del - 20,6%, e dal 2018 si è passati da 132.172.000 prestazioni ambulatoriali e specialistiche erogate a 98.990.000 nel 2020 – 25,10%. Lo riporta uno studio eseguito dall'Istat.

Prestazioni erogate per tipologia, regione e ripartizione geografica. Anni 2018, 2019 e 2020 (variazioni percentuali)

Diagnostica

Laboratorio

Riabilitazione

Terapeutica

Visita

Totale

Var. %

18/19

Var.%

19-20

Var. %

18/19

Var.%

19-20

Var. %

18/19

Var.%

19-20

Var. %

18/19

Var.%

19-20

Var. %

18/19

Var.%

19-20

Var. %

18/19

Var.%

19-20

Lombardia

-2,2

-27,5

-6,2

-17,2

-10,6

-36,0

-2,9

-22,4

-4,3

-30,3

-5,6

-20,6

Italia

-1,7

-28,7

-0,6

-17,2

-5,1

-30,9

-2,1

-20,4

-1,8

-31,6

-1,1

-20,4

Fonte rapporto annuale 2021 “La Situazione del Paese” - ISTAT

“Medicina Generale, problema cronico”

Secondo quanto riportato all'interno dello studio dell'ente statale, nel 2020 le visite specialistiche (di controllo o prime visite) si sono ridotte di quasi un terzo, mentre mancano i dati relativi all’anno 2021 e quelli dei ricoveri relativi nel biennio 2020/2021. “Solo un’effettiva conoscenza di quante e quali siano le attività da recuperare può permettere di definire le risorse economiche, strumentali, professionali da mettere in campo nei prossimi anni per garantire il diritto alla salute dei cittadini - proseuge nel proprio affondo Monteduro -, non certo l’ennesima riforma sanitaria fatta con la legge 22/2021 a poter dare una risposta alle criticità evidenziate in precedenza, alle quali si deve aggiungere un ulteriore elemento di drammaticità che rigurdare la carenza cronica di medici di Medicina Generale. Nel 2012 i professionisti del settore erano 6.616, nel 2019 6.091 (fonte Ministero della salute, ndr)”.

presentazione aiutiamoci 14 settembre 20216 salvatore monteduro
Salvatore Monteduro

Secondo il segretario “ogni giorno abbiamo notizia di utenti che si lamentano del fatto che il proprio medico di famiglia è andato in pensione o ha rinunciato a svolgere l’attività e non hanno un sostituto. Non è possibile immaginare che la risposta a questo problema possa essere l’aumento del numero di assistiti per ogni medico di Medicina Generale: il numero massimo per ogni dottore è di 1.500 utenti e oggi per qualche medico si è arrivati addirittura a quota 2.000. Inoltre, ai medici di Medicina Generale sono stati assegnati compiti e funzioni amministrative che impegnano gran parte della loro giornata e li distolgono dalle altre attività mediche di cura, assistenza e prevenzione. I dottori sono professionisti essenziali per valorizzare la medicina territoriale, da molti considerata l’elemento critico del sistema sanitario durante la pandemia. Queste criticità hanno provocato enormi difficoltà a tutti i cittadini colpiti da Covid-19 che non hanno potuto usufruire delle cure domiciliari e sono stati costretti al ricovero ospedaliero”.

“Negli ospedali il personale è allo stremo”

Il personale ospedaliero, secondo Monteduro, “è ormai allo stremo delle proprie forze. Il personale del servizio sanitario lombardo è passato da 90.650 unità nel 2012 a 88.142 nel 2019, facendo registrare un calo di 2.508 unità (fonte Ministero della salute, ndr). Sono molti i professionisti del sistema sanitario che stanno decidendo di cambiare professione o di abbandonare il nostro territorio per trasferirsi nella vicina Svizzera. È sempre più complicato trovare e assumere infermieri e medici. Il numero chiuso per l’accesso ai corsi universitari per la formazione nelle professioni sanitarie ha portato ad una carenza cronica di queste figure. Abbiamo bisogno di implementare urgentemente il numero di iscritti ai corsi universitari, sapendo comunque che occorrono più di dieci anni per la formazione e l’abilitazione all’esercizio della professione medica e che, quindi, anche introducendo interventi correttivi il problema non potrà essere risolto nell’immediato”.

Un altro elemento che evidenzia come sia cambiata la sanità in Lombardia “è rappresentato dal taglio dei posti letto pubblici nel periodo 2012-2019: nell’anno 2012 erano 31.698 i posti letto pubblici di cui 598 degenze a pagamento; nell’anno 2019 erano 30.007 posti letto pubblici di cui 639 degenze a pagamento (-1.691 posti letto pubblici; +41 di degenza pagamento)”.

“Case di Comunità, rischio scatole vuote”

Secondo Monteduro gli investimenti previsti dal Pnrr per la realizzazione delle Case di Comunità “rischiano di creare delle scatole vuote incapaci nel dare una risposta esaustiva ai problemi del Sistema Sanitario. Anche qui andrebbero prima individuate le funzioni da svolgere e il personale necessario, personale che dovrebbe essere aggiuntivo a quello oggi attivo nel Sistema Sanitario. In questi anni di continui tagli al Sistema Sanitario Nazionale e Regionale, con le conseguenti difficoltà per i Cittadini di avere accesso alle prestazioni sanitarie del Servizio Pubblico, molti hanno scelto la prestazione erogata dal soggetto privato con costi a totale carico degli stessi, ma questa situazione ha portato tantissimi a rinunciare alle prestazioni sanitarie, ‘un diritto alla salute che per molti è stato messo in discussione’”.

“L’appello che ci sentiamo di lanciare all'assessore regionale al welfare Letizia Moratti è volto ad aprire un vero confronto sulle problematiche sopra esposte - conclude Monteduro -, partendo da una concreta disponibilità e trasparenza nel fornire gli elementi conoscitivi della reale situazione del Servizio Sanitario Lombardo, fornendo come premessa il numero delle prestazioni sanitarie di ricoveri ordinari, ambulatoriali, diagnostiche saltate e o differite nel periodo di pandemia e che bisogna recuperare nei prossimi anni”.

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