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Sabato, 20 Aprile 2024
Altra svolta?

Ultimo colpo alla pandemia? Le pillole anti-Covid in farmacia

Molnupiravir e Paxlovid prevengono le forme gravi della malattia e sono somministrate in ospedale. Oggi la decisione di Aifa sulla prescrizione da parte dei medici di base

Finalmente si decide sulla pillola anti-Covid in farmacia. Alla buon'ora, verrebbe da dire, quando l'emergenza sembra avviarsi alla conclusione, ma è comunque una buona notizia e i tempi sono sostanzialmente quelli previsti da mesi. Aifa oggi decide sul via libera alla prescrizione degli antivirali contro il Covid da parte dei medici di famiglia. A meno di sorprese, la commissione tecnico scientifica (Cts) dell’agenzia del farmaco aprirà a una novità che dovrebbe portare a una accelerazione nell’avvio delle cure. Lo scoglio finora è stato il tempi. L'utilizzo delle due molecole Molnupiravir e Paxlovid, che hanno dato prova di una certa efficacia nel prevenire lo sviluppo della malattia grave, è stato limitatissimo in Italia .Il problema è la prescrizione. Per funzionare infatti le pillole devono essere assunte rapidamente, cioè entro cinque giorni dal tampone positivo, e da persone con fattori di rischio importanti che però non hanno ancora sviluppato una forma di Covid pesante. Se trascorre troppo tempo dalla diagnosi, non ha più senso somministrarle e probabilmente proprio per questo i numeri di utilizzo da noi sono bassi.

Coinvolgere i medici di famiglia può rendere la prescrizione più rapida di quella ospedaliera. Burocrazia permettendo, con la ricetta del proprio medico di famiglia la scatola di pillole potrà essere recuperata subito dopo nella farmacia sotto casa. Sarà il segnale definitivo della gestione più “ordinaria” dell’emergenza sanitaria. Già nei giorni scorsi il ministro della Salute Roberto Speranza lo aveva fatto presagire: "Ora che abbiamo più dosi a disposizione vogliamo arrivare a consentire la prescrizione anche ai medici di medicina generale per favorire un accesso più capillare". Oggi dovrebbero esserci novità vere, concrete, con il via loibera alla prescrizione del medico di famiglia.

Paxlovid e Molnupiravir: le pillole anti-Covid

In farmacia si potranno avere due farmaci antivirali orali (pillole appunto): il Paxlovid di Pfizer - efficace al 90% nell’evitare le forme gravi - e il Molnupiravir di Msd. Due terapie indicate per pazienti ammalati in modo lieve moderato ma che hanno specifici fattori di rischio per il Covid severo: tumori, insufficienza renale cronica, broncopneumopatia severa, immunodeficienza primaria o acquisita, obesità, malattia cardiovascolare grave e diabete. Per funzionare vanno assunti in tempi brevi: entro 5 giorni  al massimo dall’insorgenza dei sintomi. Finora però potevano essere prescritti solo dagli specialisti ospedalieri su indicazione del medico di famiglia e distribuiti solo nelle farmacie degli ospedali, centri di riferimento. Una procedura complicata che ne ha frenato l’uso: l’Italia ha finora prenotato 600mila dosi di Paxlovid, ma da inizio febbraio ne sono state prescritte solo 6.822. Numeri bassi anche per il Molnupiravir: 16.732 trattamenti in tre mesi, ma abbiamo in magazzino 200mila dosi.

Ci sono alcuni dettagli organizzativi non marginali da mettere nero su bianco: l'obiettivo è fare in modo che i medici di famiglia possano rivolgersi a uno specialista ospedaliero per avere suggerimenti sull’uso dei nuovi curi che, come tutti i farmaci, vanno maneggiati con cura, sia per gli effetti collaterali che per le interazioni con altri medicinali. Poi è fondamentale, per garantire la rapida messa a disposizione del paziente, il tema della reperibilità. Ovvero, fare in modo che le farmacie abbiano Molnupiravir e Paxlovid "sugli scaffali". Dovrebbe essere usato lo schema della cosiddetta “distribuzione per conto”. Significa che le Asl acquistano le dosi e poi si appoggiano alle farmacie, dove poi si recano i pazienti. Si tratta di un sistema già usato da anni per altri prodotti dalle Regioni, che comunque non lo applicano tutte con la stessa efficienza.

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