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Vaccini: in Lombardia i minorenni si devono prenotare, nel resto d'Italia no

La Regione spiega: “Si tratta di una scelta organizzativa fatta per controllare meticolosamente l'agenda”

C'è una diversità di fondo tra Lombardia e il resto d'Italia, sempre parlando della campagna vaccinale. Nella nostra regione i ragazzi tra i 12 e i 18 anni dovranno comunque prenotare l'appuntamento per ricevere la loro dose di vaccino anti covid. Lo ha annunciato il Pirellone lunedì 16 agosto, quando invece nel resto d'Italia - su richiesta del commissario nazionale, il generale Francesco Paolo Figliuolo - è partita la "campagna libera" per i più giovani, che potranno presentarsi nei centri vaccinali anche senza che il loro nome sia in agenda. 

"Regione Lombardia, in accordo con la struttura commissariale guidata dal generale Francesco Figliuolo - ha chiarito la giunta in una nota - ha scelto di proseguire la campagna, anche con i giovani, mediante l'adesione con prenotazione sul portale dedicato, a cui segue la somministrazione entro 48 ore presso il centro prescelto".

“Scelta organizzativa”

"Si tratta di una scelta organizzativa - ha sottolineato l'assessorato al welfare - che permette di controllare meticolosamente l'agenda, evitando possibili assembramenti nei punti vaccinali e inutili perdite di tempo. Vengono infatti fissati appuntamenti veloci con giorno e ora chiari".

Ed è stata la stessa regione a sottolineare come i numeri sull'adesione, nella fascia 12-19 anni, siano più che positivi. "Sono poco meno di 495.000 gli adolescenti lombardi che hanno aderito alla campagna vaccinale, il 65% - ha fatto sapere il Pirellone -. Di essi, 379.699, circa il 50%, hanno ricevuto almeno la prima dose di vaccino, mentre sono 234.208 i giovani, 30%, che hanno già completato il ciclo vaccinale".

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