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Parrucchieri, è una "comprovata esigenza"? «Se sono aperti, sì»

Dopo il nuovo Dpcm, c'è attesa per l'ordinanza che sancirà la zona rossa della Lombardia. Dubbi su alcune zone d'ombra del decreto, si attendono i codici Ateco per ufficializzare le attività non autorizzate

Il nuovo Dpcm entrerà in vigore giovedì 5 novembre 2020; si attende - entro sera - l'ordinanza del Ministero della Salute che al novantanove per cento certificherà lo stato di "zona rossa" della regione Lombardia e completerà il provvedimento governativo esplicitando i dettagli.

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Grandi, come accaduto la scorsa primavera, sono i dubbi che attanagliano non solo i cittadini, ma in particolare i commercianti, i professionisti, gli artigiani, chi dovrà interrompere la propria attività almeno nelle prossime due settimane (con evidenti alte possibilità di prorogare successivamente la chiusura se la regione rimarrà zona rossa) e chi, tra le righe del "burocratese" dei Dpcm, fatica ancora a capire cosa potrà fare e cosa non potrà fare.

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In tanti, nelle ultime ore, ci hanno scritto chiedendo lumi sulla situazione dei parrucchieri che, a differenza dei centri estetici (li associamo perché, dallo scorso marzo a oggi, vanno di pari passo nei decreti, nelle loro previsioni e intrepretazioni), potranno rimanere aperti anche nelle zone rosse (allegato 24 del Dpcm, servizi per la persona insieme a lavanderie e pompe funebri). La domanda che tutti si pongono è semplice e nasce spontanea da uno dei punti fermi del Dpcm, ovvero la possibilità di uscire di casa soltanto per "comprovate esigenze", che ormai abbiamo imparato essere dovute al lavoro, motivi di studio o salute, situazioni di necessità. Recarsi dal parrucchiere è una necessità? In linea di massima si direbbe di no, ma come riferiscono fonti interne a Confcommercio Lecco, se restano aperti sarà consentito recarvisi (altrimenti non avrebbe senso) e dunque diventerà un'esigenza che si potrà inserire, qualora richiesta, nell'autocertificazione.

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Lo stesso, come avvenuto già durante il primo lockdown in primavera, riguarda il servizio di asporto della ristorazione: Si attendono però novità per quanto riguarda gli altri esercizi non di ristorazione: potranno effettuare consegne a domicilio (esempio: negozio di calzature)? In Confcommercio si attendono novità anche in questo senso per tutelare gli associati.

Gli equivoci dovuti al Dpcm riguardano tante altre attività, ad esempio le erboristerie: potranno continuare? Maggiore chiarezza verrà fatta appena saranno resi noti i codici Ateco delle attività consentite, come avvenne lo scorso marzo. Diverso, va sottolineato, sarebbe il caso in cui la Lombardia fosse definita zona arancione e non rossa, ipotesi però al momento assai improbabile.

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