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«Gli stipendi degli insegnanti devono tener conto delle differenze territoriali»

In Lombardia 13.000 cattedre scoperte, il problema colpisce anche il Lecchese. Fontana, presidente della Regione: «Con l'autonomia volevamo risolvere l'emergenza anche introducendo un'integrazione dei salari per i docenti del nord. Ma non ci hanno ascoltato»

«A settembre 13.000 cattedre, a tempo indeterminato, rimarranno scoperte in Lombardia. Comprendo bene la difficoltà di chi dal Sud dovrebbe trasferirsi. Proprio per questo, nella nostra proposta di Autonomia, avevamo previsto un'integrazione degli stipendi, che tenesse conto del costo della vita e delle differenze tra i territori». 

Lo ha detto il presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, commentando le notizie, diffuse dalla stampa e dalla Cisl Scuola Lombardia nei giorni scorsi, secondo cui 13.000 cattedre saranno scoperte in tutta la Regione, a causa dell'indisponibilità da parte dei professori del sud ad accettare di trasferirsi al nord per via dell'elevato costo della vita. Un problema che tocca da vicino anche il territorio lecchese.

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«Ci hanno accusato di voler reintrodurre le "gabbie salariali" - ha aggiunto Fontana - di voler penalizzare i docenti del sud,
mentre è chiaro, come dimostra il grido di allarme dei sindacati, che ad essere penalizzati sono quelli che lavorano al nord che, a parità di stipendio, si trovano ad affrontare un costo della vita che è quasi il doppio di quello del sud. Ecco il perchè del ricorso all'incentivo. Se qualcuno non ci avesse messo i bastoni tra le ruote - ha concluso il Governatore - forse non quest'anno, ma magari il prossimo, i nostri ragazzi avrebbero potuto iniziare l'anno scolastico senza difficoltà».

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