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"La scuola è a scuola", continua la mobilitazione di 700 genitori lecchesi

Manifesti fuori dagli istituti, dialogo con le istituzioni e un rilancio della richiesta di riaprire in sicurezza: «La Dad dev'essere l'extrema ratio. E poi anche nella nostra provincia i dati sul disagio psicofisico sono allarmanti»

Prosegue l’attività dell'associazione “La scuola è a scuola”, gruppo di genitori che si sono aggregati spontaneamente per difendere il diritto allo studio dei loro figli. Nel gruppo, che nel giro di pochi giorni ha raggiunto le 700 adesioni nel territorio di Lecco e della sua provincia, vi sono anche nonni ed insegnanti.

I portavoce dell'associazione chiedono in particolare di utilizzare la Dad solo come extrema ratio, di informare con maggiore puntualità le famiglie e di riaprire il prima possibile le scuole in sicurezza, lanciando inoltre un allarme: anche nel Lecchese si stanno verificando troppi casi di disagi piscofisici e disturbi dell'alimentazione nei bambini e ragazzi a seguito delle restrizioni.

La lettera di 700 genitori lecchesi alle autorità: «Scelte e modi sbagliati, più rispetto per la scuola e le famiglie»

«Dopo avere appeso gli striscioni “La scuola è a scuola” alle finestre ed ai balconi delle case, finalmente i cartelloni che rivendicano il diritto a un’istruzione in presenza sono stati affissi anche sulle scuole alcune paritarie, alcune statali a dimostrazione del fatto che il tema educativo è sentito a tutto tondo - spiegano Federica Mauri, Eleonora Colombo, Giovanna Samà, Fabiana Maddaluno, Alice Guizzetti e Cinzia Samà -  Il 23 marzo è arrivata la risposta del Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza, settimana scorsa si è tenuto l’incontro con il vicesindaco e quattro assessori».

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«Quanto al primo punto il Garante Riccardo Bettiga, dopo aver chiarito di essere ben consapevole del disagio arrecato alle famiglie ma soprattutto ai ragazzi e ai bambini più piccoli dalla recente scelta di chiudere le scuole, ha manifestato accordo rispetto al tema da noi sollevato che il diritto alla salute ha impattato drammaticamente su tutti gli altri diritti dei cittadini, e che il diritto alla salute va inteso in un’accezione che ne contempli anche gli aspetti relativi alla salute mentale e al benessere psicologico».

Scuola 6-7

«Quanto all’incontro con il vicesindaco e gli assessori al Welfare, Emanuele Manzoni, alla Famiglia e Giovani Alessandra Durante, all’Educazione e sport Emanuele Torri, all’Ambiente e mobilità Renata Zuffi, erano presenti, in rappresentanza del gruppo "La scuola è a scuola" Eleonora Colombo, Alice Guizzetti, Fabiana Maddaluno, Federica Mauri, Giovanna Samà le quali, dopo aver esposto le modalità e i motivi della nascita del gruppo spontaneo, hanno illustrato i passi fatti fino ad allora e richiesto all’Amministrazione di farsi portavoce sui tavoli provinciali e regionali delle seguenti istanze».

Le richieste e l'allarme

  • Modalità di comunicazione più rispettose nei confronti delle famiglie, evitando di emanare provvedimenti dalla sera alla mattina
  • Le scuole oggi sono aperte in sicurezza per alunni con bisogni educativi, perché non fornire ai dirigenti le nuove disposizioni per aprire in sicurezza per tutti alla luce delle conoscenze delle varianti?
  • L'organizzazione attuata sino ad ora con suddivisione in “bolle” permetterebbe (come sino ad ora) di sospendere l'attività e proseguire con la Dad per alcune classi permettendo agli altri di continuare l'attività in presenza. Il sistema funzionava: chiediamo quindi chiusure a macchia di leopardo e solo dove serve, tenendo aperte le scuole “virtuose”.
  • La Dad/Did deve essere ritenuta l'extrema ratio; è inaccettabile che dopo un anno venga riproposta come soluzione.
  • Il diritto alla salute è più ampio del diritto a non contrarre il covid: è diritto alla salute psicofisica, emotiva, alla crescita libera e consapevole che tenga conto di ogni aspetto dell'individuo! Anche nella nostra provincia i dati del disagio sono allarmanti: crescita di disturbi dell'alimentazione, disagi psicofisici, atti di autolesionismo con abbassamento dell'età, abbandono scolastico, rischio di bornout emotivo da parte dei genitori, sedentarietà, alienazione e abuso di strumenti informatici e televisione.

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«La politica e le istituzioni hanno il dovere di valutare questi aspetti che non possono essere sottovolutati - proseguono gli esponenti dell'associazione "La scuola è a scuola" - I bambini e i ragazzi sono il nostro futuro, i cittadini di domani. Tutte le richieste avanzate sono state sostenute e supportate dai relativi riferimenti alla Carta Costituzionale. Tutti gli assessori hanno espresso apprezzamento per il lavoro svolto e le modalità adottate dal gruppo, manifestano solidarietà e comprensione, portando dati e garantendo che l'Amministrazione continuerà con l'impegno trasversale (trasporti, controlli) a lavorare per garantire la sicurezza, procederà con i lavori di progettazione di laboratori, percorsi didattici, centri ricreativi (per questa estate), si impegna a riportare le istanze nei tavoli dove sindaco e vice siedono».

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«L'associazione "La scuola è a scuola" - concludono Federica Mauri, Eleonora Colombo, Giovanna Samà, Fabiana Maddaluno, Alice Guizzetti e Cinzia Samà - ha inviato ben due missive a sindaco e assessori, al garante, al presidente della Regione Fontana, al responsabile dell'Ufficio scolastico regionale Volontè, all'Ordine psicologi Lombardia con cui ha recentemente preso contatti. Gli unici a non aver risposto finora sono il Presidente Fontana e Volontè».

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