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Manifesti antiaborto a Lecco, +Europa: «Inaccettabile attacco all'autodeterminazione delle donne»

«Qualsiasi volontà di imporre una visione univoca della maternità, legata a singole posizioni religiose e morali, rappresenta una violazione chiara e non accettabile del diritto di ogni essere umano di disporre di se stesso psicologicamente, moralmente oltre che fisicamente»

L'affissione, nei giorni scorsi, di manifesti antiaborto a Lecco, ha suscitato molte polemiche. +Europa Lario esprime «sdegno e riprovazione per la comparsa di manifesti che tappezzano la città nei quali si incita a vedere l'interruzione di gravidanza come a una scelta omicida, separando il corpo della madre da quella del nascituro. La legge 194 - spiegano in un comunicato - che consente alle donne di decidere autonomamente se interrompere o meno il proprio stato, nulla ha a che vedere con l'aborto così come lo intendono i promotori dei vari comitati "pro-life" proliferati negli ultimi tempi».

La libertà di scelta è quello che da sempre denota e delimita la posizione di +Europa, che sostiene la libertà di ogni singola donna a decidere del proprio destino di madre. «Qualsiasi volontà di imporre una visione univoca della maternità, legata a singole posizioni religiose e morali, rappresenta una violazione chiara e non accettabile del diritto di ogni essere umano di disporre di se stesso psicologicamente, moralmente oltre che fisicamente».

A supportare tale posizione, +Europa cita gli ultimi dati ufficiali che vedono un calo delle interruzioni di gravidanza, proprio in funzione della libertà di scelta che la normativa vigente consente. «Eliminare o anche solo comprimere tale diritto significa spalancare le porte all'aborto illegale, che si traduce per le donne con mezzi economici limitati, al ricorso alle "mammane", con le più che famigerate conseguenze che queste "operatrici sanitarie" provocano. Cercare di imporre una visione unica, orientata da un approccio morale squisitamente personale, contrasta con il diritto di scelta che fa di ogni singolo individuo un cittadino libero e responsabile delle proprie scelte, ma esprime una volontà totalizzante ed anti libertaria che si pone in netto contrasto con i principi delle democrazia».

«Inaccettabile imporre le proprie idee agli altri»

«Non è accettabile che sui muri della nostra città compaiano con sempre maggiore frequenza manifesti che dipingono le donne come degli esseri incapaci di compiere scelte in modo autonomo e cosciente. Gli effetti che l'interruzione di gravidanza ha sul corpo delle donne sono noti. Ogni singola donna deve decidere in modo indipendente come comportarsi, prendendo in considerazione tutti i fattori che possono aiutarla a decidere in un senso o in quello opposto - spiega Luca Perego, coordinatore di +Europa Lario, che continua affermando - Non è più possibile imporre alle persone la propria visione del mondo o le proprie idee, così, quasi per partito preso. La garanzia di libertà e di autonomia di scelta sono gli elementi alla base di un qualsiasi regime democratico». 

«Proprio mentre crollano le posizioni lavorative soprattutto femminili, nell'escalation delle violenze domestiche e dei divorzi, tentare di spaventare le donne dicendo loro che un embrione è il corpo di un bambino è un ricatto stupido, violento e vano - aggiunge Domenico Saggese, membro del direttivo di +Europa Lario - Non vi è alcuna ragione per la quale uno debba sottostare ad una posizione espressa da un altro solo ed esclusivamente perché chi la esprime usa toni e modi perentori o si rifà a modelli validi per se, forse, o per un certo gruppo di persone. Da rilevare in questo caso, che proprio la normativa vigente sta andando nella direzione dei gruppi che si autodefiniscono "pro-life", visto il netto calo di aborti registrati. La volontà di prevaricazione politica e ideologica è talmente palese, che non è più il caso di sottolineare la miopia politica e fattuale che questi gesti evidenziano».
 

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