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«La riapertura del Centro sportivo del Bione è un miraggio»

Affondo del gruppo consigliare della Lega sulla mancata ripartenza il 1° giugno. «Avrebbe dovuto essere un esempio di organizzazione. Le motivazioni dell'inefficienza non possono essere solo economiche. Il Comune spieghi perché non è ancora pronto»

«Per il Centro sportivo del Bione la riapertura della piscina e della palestra è un miraggio». 

L'attacco arriva dal gruppo consigliare della Lega a Lecco: Cinzia Bettega, Giovanni Colombo, Andrea Corti e Stefano Parolari commentano la mancata ripartenza del centro sportivo cittadino dal 1° giugno, come invece contemplato dall'ordinanza di Regione Lombardia dello scorso 29 maggio (la ripresa dell'attività del Bione dovrebbe avvenire il prossimo 15 giugno).

«I proprietari e i gestori degli impianti, durante il blocco, non sono stati con le mani in mano - spiegano dalla Lega parlando in termini generici del periodo di lockdown - Si sono infatti premurati di provvedere a sanificazione di edifici e attrezzi, di adeguare gli spazi alle necessità di distanziamento, di dotarsi di cartelli, adesivi e kit igienizzanti. Il centro sportivo del Bione, gestito dalla In Sport, ma di proprietà del Comune (quindi tenuto più di altri a fornire un corretto servizio ai lecchesi) avrebbe potuto e dovuto essere un esempio di organizzazione e invece è diventato un'occasione di inadempienza, inefficienza e di intempestività».

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«Aprono le palestre cittadine, la piscina del Pratogrande di Garlate, lo Stendhal Fitness Village di Oggiono e si potrebbe continuare - proseguono i consiglieri comunali del Carroccio - La stessa società In Sport gestisce impianti in altri comuni e come è indicato nei siti internet dei centri di Arcore, Bollate e Cassano d'Adda, la riapertura è scattata il 1° giugno. Sul corrispondente sito di Lecco appare invece una comunicazione che recita "La riapertura è condizionata anche dalla valutazione da parte dell'Amministrazione concedente e proprietaria dell'impianto in funzione dei relativi effetti sull'equilibro economico-finanziario della gestione". L'assessore allo Sport Roberto Nigriello, con argomentazioni puerili, se non risibili si aggrappa a giustificazioni organizzative ed economiche: forse gli altri imprenditori del settore non devono sostenere costi per disinfettare impianti e spogliatoi? Forse non hanno subito un crollo dei ricavi negli ultimi tre mesi? Forse ancora non devono prevedere un drastico calo degli introiti a causa del contingentamento degli ingressi? Perché il Bione non è pronto?».

«Mortificato da progetti rimasti sulla carta»

Il gruppo della Lega rincara la dose, allargando lo spazio temporale della riflessione. «Sono dieci anni che il centro sinistra governa la città con il Partito Democratico maggiore azionista e guarda caso il centro del Bione è regolarmente mortificato da progetti che restano sulla carta, da cantieri sempre aperti, da proclami sulle potenzialità della struttura che poi si esprimono con la realtà di una pista d'atletica senza manto, con veri e propri buchi nel terreno, laddove dovrebbero sorgere i nuovi spogliatoi promessi da anni. Si potrebbe andare avanti e ricordare le accese polemiche di fine 2017 tra sindaco e segretario generale, ma c'è una parola che riassume l'intera vicenda: il fallimento dell'Amministrazione comunale targata Pd».

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