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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Qualità dell'aria, Lecco sorride: è tra le città meno inquinate della regione

I dati di Legambiente sulla Lombardia salvano il nostro territorio, ma la situazione generale resta preoccupante: "Nessun miglioramento negli ultimi 5 anni"

Il 2022 si conferma l’ennesimo anno di cattiva aria in Lombardia. Unico lato positivo, per quanto ci riguarda, il fatto che la città di Lecco e il suo territorio sono tra i meno inquinati dell'intera regione, rientrando in una cosiddetta "zona salvezza", quindi accettabile. La cosa non deve far certo dormire sugli allori, data appunto la situazione generale della Lombardia, come emerge dall'ultimo studio di Legambiente sulla qualità dell'aria. Con pochissime variazioni rispetto ai precedenti, a guadagnare i primati negativi per quanto riguarda le polveri sottili sono Milano e Cremona.

Il dato che emerge nell’analisi di Legambiente Lombardia sui dati Arpa sottolinea come le due fonti prioritarie di emissioni che danno luogo agli elevati livelli di particolato sospeso, siano il traffico automobilistico per Milano e le emissioni zootecniche per il capoluogo della ‘bassa’.

Il tetto massimo stabilito dalla normativa europea infranto da 8 capoluoghi su 11

Nell’ordine, sono Milano, Cremona, Mantova, Brescia, Lodi, Monza, Pavia e Como le città che hanno infranto il tetto massimo concesso dalla normativa europea per quanto riguarda le giornate di smog elevato, con polveri oltre i 50 microgrammi/mc: 35 giorni all’anno secondo le vigenti norme europee. Bergamo, ferma a 34 giorni, potrebbe farcela a restare al di sotto del limite europeo se le condizioni meteo degli ultimi giorni dell’anno favorissero un ricambio d’aria, mentre Lecco, Sondrio e Varese, con un numero di infrazioni compreso tra 14 e 20, sono in “zona salvezza” (vedi la tabella 1sotto).

Nessuna delle città lombarde, però, rispetta le nuove linee guida dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, in virtù delle quali devono essere meno di 4 all’anno le giornate di smog estremo. La normativa europea sulla qualità dell’aria è in fase di revisione e i limiti potrebbero diventare ancor più stringenti. Se così fosse, nessuna città lombarda potrebbe dichiararsi "libera dallo smog".

La tabella con i dati dei capoluoghi di provincia

Una situazione simile è quella che riguarda i valori medi annui. La buona notizia è che nessuna città lombarda supera il valore soglia stabilito dalla normativa europea (40 microg/mc per le polveri sottili), quella cattiva è che nessuna città lombarda si colloca al di sotto dei valori di riferimento per la salute umana fissati dall’OMS (15 microg/mc): in Lombardia si continua a respirare aria di pessima qualità. Sono sempre le città della pianura (Milano e Cremona in testa) ai vertici della classifica per cattiva qualità dell’aria, la situazione è un po’ migliore per i capoluoghi pedemontani (nell’ordine, Como, Bergamo, Varese e Lecco), oltre che per Sondrio.

La tabella sui valori medi annui.

Guardando però al dato medio (PM10 per tutte le centraline urbane dei 12 capoluoghi lombardi), a deludere è il trend. Dopo i risultati positivi di riduzione dell’inquinamento conseguiti negli scorsi decenni, l’andamento dell’ultimo quinquennio è piatto. Nessun peggioramento significativo, ma anche nessun cenno di miglioramento.

"Le politiche per la qualità dell’aria in Lombardia sono ad un punto morto: significa che abbiamo smesso di aggredire le fonti emissive più importanti - dichiara Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia - Una condizione su cui la Lombardia vanta un insuperabile, quanto ben poco invidiabile, primato europeo per quanto riguarda i livelli di motorizzazione e i carichi di bestiame allevati nelle stalle: nulla di strano, dunque, se siamo una regione da record anche per quanto riguarda l’inquinamento generato, prioritariamente, da queste due fonti".

Barbara Meggetto: "Per una dignitosa qualità dell’aria, serve una nuova stagione di politiche ambientali"

"Se vogliamo ambire a una dignitosa qualità dell’aria - aggiunge Meggetto - occorre che venga avviata una nuova stagione di politiche ambientali, che portino da un lato ad una riduzione sostanziale del trasporto su gomma, e dall’altro ad una trasformazione strutturale dell’agricoltura lombarda, che deve diversificare le proprie produzioni per ridurre l’eccessivo carico zootecnico".

Nel periodo invernale anche la legna da ardere utilizzata per i caminetti è una notevole fonte di inquinamento. "Complice il caro bollette, viene erroneamente considerato un metodo di riscaldamento alternativo al gas, anche se di fatto la resa energetica non è efficiente e il potere calorifico è limitato nel tempo, oltre a non rappresentare un reale risparmio economico nè nel breve nè nel lungo periodo, a discapito dell'ambiente" conclude la presidente di Legambiente Lombardia.

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