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Giovedì, 25 Aprile 2024
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La Lombardia torna in zona arancione: i dati inviati dalla Regione all'Iss erano sbagliati

La Regione governata da Attilio Fontana tornerà in zona arancione a partire da domenica

La Lombardia tornerà in zona arancione a partire da domenica 24 gennaio. L’ufficialità è arrivata nella serata di venerdì dopo una giornata di liti tra governo e Regione. A motivare lo spostamento è stata una rettifica — operata dalla squadra di Attilio Fontana — sui dati forniti alla cabina di regia del comitato tecnico scientifico.

Gli scienziati, attraverso un documento, hanno messo nero su bianco che i dati forniti dalla Regione erano sbagliati. «Il 20 gennaio 2020, la Regione Lombardia ha inviato come di consueto l’aggiornamento del suo DB (database, ndr). In tale aggiornamento si constata anche una rettifica dei dati relativi anche alla settimana 4-10 gennaio 2020 — si legge nel documento dell’Iss —. In particolare, si osserva una rettifica del numero di casi in cui viene riportata una data inizio sintomi e, tra quelli con una data di inizio sintomi, quelli per cui viene data una indicazione di stato clinico laddove assente». 

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Dati sbagliati: gli errori contestati dall’Iss

Gli errori elencati dall’Iss sono tre:

  • Il numero di casi in cui è indicata una data inizio sintomi (gli unici inizialmente considerati nel calcolo dell’Rt sympt) è diminuita (da 419,362 a 414,487)
  • Il numero di casi con una data inizio sintomi e in cui sia segnalato uno stato sintomatico (qualunque gravità) o sia assente questa informazione (inclusi dal calcolo Rt sympt) è diminuito (da 185,292 a 167, 638)
  • Il numero di casi con una data inizio sintomi e in cui sia dichiarato uno stato asintomatico o vi sia notifica di guarigione/decesso senza indicazione di stato sintomatico precedente (esclusi dal calcolo Rt sympt) è aumentato (da 234,070 a 246,849).

«Complessivamente questi cambiamenti — spiegano gli scienziati — riducono in modo significativo il numero di casi che hanno i criteri per essere confermati come sintomatici e pertanto inclusi nel calcolo dell’Rt basato sulla data inizio sintomi dei soli casi sintomatici calcolata al 30 dicembre (14.180 casi sintomatici con data inizio sintomi nel periodo 15-30 dicembre 2020 nel DB 13 gennaio e 4.918 casi sintomatici con data inizio sintomi nel periodo 15-30 dicembre 2020 DB 20 gennaio)».

Tradotto? Se i dati fossero stati inviati correttamente la settimana scorsa la Lombardia non sarebbe entrata in zona rossa.

«Pubblicheremo la corrispondenza tra Fontana e il Cts»

La replica della Regione

Nella serata di venerdì la Regione si è espressa sull’errore attraverso una nota. Da Palazzo Lombardia tengono a precisare: «Nessuna richiesta di rettifica, ma un necessario aggiornamento di un ‘campo del tracciato’, tracciato che quotidianamente viene inviato all’Istituto Superiore di Sanità».

La correzione, secondo la squadra di Fontana, si è resa necessaria «a fronte di un’anomalia dell’algoritmo utilizzato dall’Iss per l’estrazione dei dati per il calcolo dell’Rt, segnalata dagli uffici dell’assessorato al Welfare della Regione e condivisa con Roma».

Currò: «Fontana chieda scusa»

«Fontana ci ha portato in zona rossa, un altro errore». Così ha esordito l'onorevole Giovanni Currò, vicepresidente della Commissione Finanze della Camera, in seguito alla notizia secondo cui Regione Lombardia avrebbe comunicato al ministero della Salute dei dati sbagliati, causando così il nuovo inserimento in zona rossa. Errore grave che ha causato non pochi disagi alla popolazione lombarda. 

«Quanto devono sopportare ancora i cittadini lombardi? Se hanno sbagliato chiariscano e chiedano almeno scusa. Senza il loro errore avremmo potuto evitare la zona rossa a cittadini, imprese e partite IVA. Danni su danni commessi da questa amministrazione mentre ci sono imprese che riaprono per disperazione».

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