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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Il nuovo limite per i pagamenti in contanti e le multe per chi non accetta bancomat e carte di credito

Dal 1° gennaio le operazioni di importo superiore a 999,99 euro devono essere tracciabili. E gli esercenti devono accettare i pagamenti elettronici per qualsiasi spesa

Dal 1° gennaio 2022 è entrato in vigore il giro di vite sui pagamenti in contanti. Il tetto massimo scende a mille euro. Questo significa che tutte le operazioni di importo superiore a 999,99 euro dovranno essere tracciabili, ossia non potranno più essere effettuate in denaro. Come illustrato dai colleghi di Today.it i nuovi paletti per i pagamenti in contanti sono quelli previsti dal decreto fiscale dell'estate del 2020 durante il governo Conte-bis che fissava un décalage con una soglia a duemila euro a partire dal luglio di un anno e mezzo fa, con la promessa di scendere ancora, a mille euro appunto, dal primo gennaio 2022.

Cosa cambia

Cosa cambia in sostanza? Si ritorna alla situazione del 2011, quando il decreto "Salva Italia" aveva fissato la spesa massima in contanti a mille euro. Misura poi modificata nel 2016 per rafforzare la lotta al nero e la strategia cashless. Il tetto massimo per i contanti riguarda tutti i tipi di pagamento: acquisti, prestazioni di professionisti, ma anche ad esempio un prestito a un'altra persona, che dovrà essere effettuato con un metodo tracciabile come un bonifico. In caso di mancato rispetto della norma scatterà la multa, che va da un minimo di mille euro (non più duemila come attualmente in vigore) sia per chi elargisce il denaro, sia per chi lo riceve.

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Quella della lotta al nero unita alla strategia cashless è una strada alla quale guarda anche la stretta approvata durante l'esame parlamentare del decreto legge Recovery e che impone dunque a negozianti e professionisti di considerare il bancomat o la carta di credito come forme di pagamento per qualsiasi cifra. In caso di rifiuto da parte degli esercenti scatteranno le multe che partiranno da un minimo di 30 euro, cifra a cui si aggiungerà una percentuale in base al valore del prodotto o del servizio acquistato. Per i professionisti o per chi non segnali le irregolarità alle direzioni territoriali, la sanzione resta da tremila a 15mila euro.

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