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Martedì, 16 Aprile 2024
L'accoglienza lecchese / Acquate - Malnago - Falghera - Deviscio / Corso Promessi Sposi

I lecchesi si preparano ad accogliere i profughi: si fa rete per case e alloggi

Organizzata la cabina di regia da parte della Prefettura di Lecco per far fronte alla probabile emergenza abitativa. Cosa deve fare chi riceve un profugo

Prosegue la fuga di migliaia di persone dall'Ucraina. Le istituzioni lecchesi si sono messe al lavoro per organizzare l'accoglienza e non creare una vera e propria emergenza abitativa nel nostro terriorio; al momento chi è arrivato alla spicciolata dall'est dell'Europa è ospitato a casa di alcune delle 932 persone di nazionalità ucraina che risiedono nel Lecchese, ma è necessario organizzare un sistema di accoglienza che permetta di dare risposta alle necessità dei grandi e, sopratutto dei più piccoli.

“Questa sera alle 18 si terrà una videoconferenza tra i prefetti e la Protezione civile regionale per il coordinamento - ha spiegato il prefetto Castrese De Rosa -: non possiamo saturare la rete dei Cas, per questo abbiamo dialogato con i sindaci per alloggi in abitazioni, bed and breakfast e hotel”. “La normativa permette l’accesso al Cas indipendentemente dallo stato giuridico e si va verso la stipula di accordi con le amministrazioni per fare rete tra prefetture e Comune”, ha aggiunto il viceprefetto aggiunto Mariano Scapolatello. 

Castrese De Rosa Laura Motolese Mariano Scapolatello Prefettura 3 marzo 20224-2

Accoglienza profughi: si cercano alloggi

A tal proposito la Prefettura di Lecco ha messo a punto un'apposita cabina di regia, convocando, attraverso un'apposita circolare, Comandanti delle forze dell'ordine, Provincia, Comuni, componenti del Consiglio Territoriale per l'Immigrazione e Caritas Ambrosiana. Martedì 1 marzo si è tenuta, proprio in corso Promessi Sposi, una prima riunione per confrontarsi sulla possibile evoluzione dello scenario: il flusso migratorio oggi risulta essere “indeterminato”, si legge nel documento, ed è necessario capire quale può essere il ‘potenziale’ legato all'accoglienza del nostro territorio. I sindaci, di conseguenza, dovranno comunicare alla Prefettura le “disponibilità di strutture e alloggi, nonchè le manifestazioni solidaristiche e spontanee della comunità utili a predisporre le migliori condizioni di accoglienza dei cittadini ucraini nei rispettivi Comuni”. La Caritas, invece, “sta già promuovendo la raccolta di disponibilità alloggiative nella rete delle parrocchie di tutta la Diocesi”.

All'interno del Sistema di accoglienza e integrazione (SAI) sono stati attivati altri tremila posti, mentre il Ministero dell'Interno ha ribadito la possibilità, già prevista per l'accoglienza dei cittadini afghani, di sottoscrivere accordi di collaborazione tra la Prefettura e i Comuni per affidare alle varie amministrazioni locali la gestione dell'accoglienza, sempre seguendo la disciplina del sistema CAS, con oneri a carico del Ministero dell'Interno.

Segnalare la presenza di chi viene accolto

Chi ospita a casa, “a qualunque titolo”, cittadini stranieri è tenuto a effettuare la comunicazione di ospitalità all'Autorità locale di Pubblica Sicurezza del luogo in cui si trova l'immobile, ovvero alla Questura nel Comune capoluogo di provincia e all'Ufficio Comunale negli altri Comuni. I cittadini ucraini non intenzionati a presentare domanda di protezione internazionale, o non ancora intenzionati a farlo, “sono tenuti a dichiarare la propria presenza sul territorio nazionale presso la Questura di Lecco (Ufficio Immigrazione, via Leonardo da Vinci, 2)” e resta la possibilità di presentare la domanda di protezione internazionale presso lo stesso ufficio della medesima Questura.

L'appello di Fasoli

Riccardo Fasoli, sindaco di Mandello del Lario, ha lanciato un appello alla popolazione: “Già dai primi arrivi di questi giorni è nata la necessità di trovare alloggi alle famiglie che si sono stabilite temporaneamente presso amici e parenti. Chiediamo ai cittadini che avessero disponibilità di appartamenti non affittati e che volessero metterli a disposizione di contattare l'ufficio servizi sociali per manifestare la disponibilità. Verrà previsto il pagamento del canone d'affitto o dai cittadini che lo occuperanno o dal Comune”.

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