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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Psicologia dell’emergenza ed Emdr in ospedale: «Il Covid-19 si combatte con equilibrio psicologico ed emotivo»

«L'Asst di Lecco all’avanguardia nel supporto dei traumi psicologici da Covid-19 a livello internazionale»

Durante l'ultimo fine settimana di aprile si è svolto, in streaming, un importante seminario mondiale organizzato da Emdr Italia e rivolto ai colleghi di Europa, Asia, America, Australia, dedicato alla Psicologia dell’Emergenza ed Emdr (Eye Movement Desensitization Reprocessing) ai tempi del coronavirus. 

La pandemia di Covid-19 è la prima grande maxi emergenza sanitaria mondiale e coinvolge in prima battuta anche la salute mentale. Il modello di trattamento psicologico Emdr, nato per la cura delle diverse forme traumatiche, è stato poi efficacemente utilizzato anche nelle maxi-emergenze al punto di diventare un metodo di cura psicologico Evidence-Based. 

In questi mesi di grande emergenza sanitaria, la struttura di Psicologia dell’Asst di Lecco è stata chiamata in campo per quanto riguarda l’area clinica di competenza e con l’appoggio e la collaborazione attiva di Emdr Italia ha costituito uno specifico progetto di unità di crisi psicologica. 

Durante il seminario di sabato, per quanto riguarda l’esperienza italiana è stato portato come modello di eccellenza «l’intervento multilivello dell’unità di crisi psicologica dell’ASST di Lecco». Nel corso dei lavori i docenti di EMDR hanno messo in evidenza i diversi livelli di intervento con cui sono stati affrontati gli aspetti psicologici nell’emergenza covid19: dal sostegno agli operatori coinvolti in prima linea e a quelli colpiti da covid19, al supporto ai famigliari dei pazienti e ai pazienti stessi che si sono trovati ad affrontare pesanti traumi psichici. 

La psicoterapia Emdr

La psicoterapia Emdr è nata per la cura del trauma e si adatta flessibilmente nelle sue declinazioni durante le maxi-emergenze già dalla fase peri-traumatica. La pandemia Covid-19 è una sfida nuova anche per i professionisti della salute mentale. Nella storia recente non ci sono altre esperienze simili per durata ed estensione del fenomeno. Alcuni studi iniziano a descrivere gli effetti psicologici della quarantena oggi e ipotizzare le conseguenze a medio-lungo termine, le reazioni delle famiglie con membri COVID positivi, le caratteristiche del lutto da Coronavirus, le reazioni psicologiche degli operatori sanitari e delle forze di polizia impiegate in prima linea nella gestione della pandemia. Molte sono le sfide che come psicoterapeuti EMDR stiamo affrontando: come condurre on line le sedute durante la quarantena, quali protocolli specifici utilizzare, come accompagnare adulti e bambini ad affrontare i decessi Covid, come supportare gli operatori sanitari e infine come proteggere e proteggerci dalla traumatizzazione vicaria.

Un lavoro, quello dell’unità di crisi, che per affrontare le problematiche psicologiche sopra descritte ha dovuto individuare ed inserire in breve tempo nuove modalità tecniche: dal trattamento da remoto, alla valutazione precoce del trauma e al suo trattamento, all’accompagnamento al lutto. Riuscire ad affrontare rapidamente e con nuovi strumenti una crisi sanitaria di questa portata rappresenta per la psicologia una vera sfida. L’averla affrontata con modalità Evidence Based come l’EMDR, ha rappresentato per l’ASST di Lecco un ottimo risultato riconosciuto a livello internazionale a fronte della pesante difficoltà clinica che la situazione Covid 19 rappresentava.

«Il Covid-19 non si combatte solo con gli strumenti clinici e la determinazione degli operatori ma anche con il loro equilibrio emotivo e psicologico - Dichiara Enrico Frisone, Direttore Sociosanitario dell'Asst di Lecco -. Ecco perché la nostra azienda ha fortemente voluto l’implementazione di un percorso che non supportasse esclusivamente i parenti e i pazienti ma che garantisse agli operatori un supporto per gestire per quanto possibile la drammaticità degli eventi ai quali sono stati sottoposti in maniera improvvisa inaspettata e inusuale. Un segno di attenzione nei confronti degli operatori sanitari era indispensabile. Abbiamo voluto identificarlo come dispositivo di protezione individuale invisibile ma quanto mai efficace ed efficiente».

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