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Sabato, 20 Aprile 2024
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Previsioni meteo a Lecco, è quasi bollino nero: temperature vicine ai quaranta gradi

Da mercoledì a venerdì a Lecco il termometro salirà a quote vertiginose, superiori ai trentacinque gradi. Ozono ancora sopra i limiti

Non si placa il caldo che sta imperversando sul Lecchese. Una (prevista) ondata anomala per il mese di giugno, destinata a divenire intensa nei prossimi giorni. Secondo i meteorologi il livello delle colonnine di mercurio è destinato a salire inesorabilmente, sfiorando, anche a Lecco, i quaranta gradi (38° giovedì e 36° venerdì). Una situazione ai limiti del "bollino nero" di Pavia, Milano, Bolzano, Rovigo, Padova, Ferrara e Bologna, con temperature arrivate a valori compresi fra i 39 e 41°C. Città roventi anche su alcuni tratti del Centro. In Toscana, ad esempio, Firenze e Prato si guadagneranno anch'esse il bollino nero con i loro 39-40°C. Anche Roma farà la sua parte seppur con temperature lievemente inferiori ed attestate sui 36-37°C.

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In tutto questo "inferno di clima rovente ed irrespirabile", ci sarà un angolo d'Italia dove ci saranno temperature un po' più umane: il Sud Italia dove, nonostante i valori termici saranno comunque superiori alla media del periodo, i termometri si manterranno decisamente più bassi ad eccezione di alcune aree della Campania, come il casertano avvolto da un caldo più deciso e con punte prossime ai 36-37°C.

Maxi caldo, perché ci sono temperature roventi

Le temperature roventi sono causate da una massa d'aria calda proveniente dal Nord Africa. Aria trascinata verso Nord da "una maestosa circolazione depressionaria nord-atlantica, spaparanzata in oceano tra il Portogallo e le Isole Azzorre", chiariscono gli esperti del Centro Meteorologico Lombardo su Facebook. Maxi ondata di caldo che gli esperti del Cml hanno descritto in tre fasi. Dopo la fase "acuta", nella giornata di giovedì, i parametri dovrebbero assestarsi su valori leggermente più bassi, ma comunque importanti: "31-33 gradi".

Ozono ancora oltre i limiti

Valori alti di Ozono in Lombardia per il secondo giorno consecutivo. Colpa del caldo, e l'Arpa lancia l'allarme. In diverse province lombarde, spiega, si è superata la soglia "consentita": media oraria di 180 microgrammi/metrocubo. Questi i valori massimi orari registrati martedì, per il secondo giorno consecutivo, nelle province in cui la soglia è stata superata: 220 µg/m3 a Milano, 234 a Monza-Brianza, 223 a Como, 210 a Varese, 226 a Bergamo, 188 a Brescia, 228 a Lecco, 195 a Cremona, 186 a Lodi e 194 a Pavia. Ieri è la soglia di informazione è stata superata per il primo giorno anche in provincia di Mantova. Le previsioni meteorologiche per i prossimi giorni non fanno ben sperare, con il rischio di arrivare alla soglia di allarme di 240 µg/m3 come massima media oraria.

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L'ozono, spiega ancora l'Arpa, «è un inquinante secondario con caratteristiche particolari: non è emesso praticamente da alcuna sorgente ma si forma in atmosfera attraverso un insieme di reazioni che coinvolgono la radiazione solare, il biossido d'azoto, l'ossigeno e composti organici volatili». Per quanto riguarda gli ossidi di azoto, la principale fonte in Lombardia è ancora una volta il trasporto su strada (54%), in particolare diesel, seguito dalla combustione industriale (17%) e dalle attività di produzione di energia elettrica. Anche i composti organici volatili sono legati all'uso dei solventi, ai processi produttivi e ai trasporti. «Ci sono poi le emissioni agricole e le non meno trascurabili emissioni naturali delle foreste, che rendono la lotta contro questo inquinante ancora più complessa», spiega ancora.

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