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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Referendum Cannabis Legale, "anche nel lecchese comuni inadempienti". Lecco nega

Entro il 30 settembre tutti i certificati elettorali di chi ha firmato devono essere trasmessi alla Cassazione. La denuncia del Comitato di Lecco: "Cinque Amministrazioni sono in ritardo"

Anche alcuni Comuni lecchesi sono in ritardo nella trasmissione alla Cassazione dei certificati elettorali da allegare insieme alle firme per la validazione del Referendum Cannabis Legale. La denuncia arriva dal Comitato Referendum Cannabis Legale Lecco, che nei giorni scorsi ha organizzato i banchetti per la raccolta delle firme anche in città. La situazione a livello nazionale sembra essere critica, con circa 1.400 Amministrazioni comunali ancora alle prese con la trasmissione dei certificati. Il tempo, però, scarseggia, come spiega lo stesso Comitato in un comunicato che riportiamo di seguito.

"Lo Stato non è in grado di rispettare le scadenze"

La grande prova di democrazia e partecipazione rappresentata dal Referendum Cannabis Legale, che in meno di una settimana ha visto raccogliere ben più delle 500.000 firme necessarie, rischia di essere messa in grave pericolo dalla burocrazia italiana: entro il 30 settembre, infatti, devono essere depositate in Cassazione le firme comprensive dei certificati di iscrizione alle liste elettorali dei firmatari; questi devono essere rilasciati dai Comuni e, nonostante essi siano tenuti per legge a rilasciarli entro 48 ore, al momento solo un quarto lo ha fatto e circa 1.400 risultano inadempienti. Ai cittadini potrebbe dunque essere negato il diritto di esprimersi in una consultazione referendaria a causa del fatto che lo Stato non è in grado di rispettare le scadenze che esso stesso si è dato. Anche la provincia di Lecco non è esente: attualmente nell'elenco dei comuni maggiormente inadempienti (ossia che non hanno ancora inviato i certificati o lo hanno fatto in grave ritardo e comunque oltre i termini di legge di 48 ore) risultano presenti Carenno, Esino Lario, Lecco, Molteno e Viganò. Siamo certi che in questi casi i ritardi non siano dovuti a malafede ma a semplici questioni burocratiche, ciononostante crediamo sia doveroso utilizzare tutti gli strumenti a nostra disposizione per sollecitare un tempestivo intervento, al fine di non mettere a rischio i diritti democratici dei nostri concittadini.

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La precisazione

In relazione al comunicato stampa il Comune di Lecco ha segnalato “non risultano pervenute Pec da parte del Comitato promotore del Referendum, bensì solo il “sollecito” pervenuto in data odierna”. “Peraltro - precisano ulteriormente da Palazzo Bovara -, la Pec indicata sul sito dell’associazione nella pagina dedicata a i comuni 'inadempienti' non è corretta”.

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