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Retesalute, i sindacati scendono in piazza dalla parte dei dipendenti

Le organizzazioni sindacali organizzano un presidio per il 20 maggio mentre a pochi metri di distanza su svolgerà l'Assemblea dei sindaci

A distanza di poco meno di un anno da quando il tutto ha avuto inizio, con la rilevazione di un passivo nei bilanci aziendali di circa 4.000.000 euro, accumulati dal 2015 al 2019, i dipendenti di Retesalute hanno nuovamente conferito mandato alle Organizzazioni sindacali perché il Cda e l'Assemblea dei soci forniscano risposte chiare ed esaustive rispetto al futuro dei circa 70 lavoratori rimasti in forze in quella che è stata sempre definita la più grande azienda pubblica erogatrice di servizi sociali sul Meratese e Casatese, che rischia di implodere da un momento all'altro.

Proprio così: in meno di un anno l'organico di Retesalute è passato da 83 a 71 dipendenti. Si tratta di numeri importanti, che esemplificano chiaramente il clima di profonda incertezza che sta contornando l'intera vicenda. Amarezza e delusione stanno prendendo il sopravvento: di fronte alla possibilità di rimettersi in gioco in altri contesti lavorativi, che possano garantire loro maggiore stabilità, i dipendenti di Retesalute stanno lentamente abbandonando la nave, stremati da mesi e mesi in cui si sono susseguite dichiarazioni e contraddizioni, spesso strumentalizzate dalla stampa locale, che hanno dimostrato tutta l'incapacità della politica di sostenere il modello di gestione pubblica dei servizi sociali, che da sempre ha rappresentato il fiore all'occhiello delle Amministrazioni che vi hanno aderito.

Retesalute verso lo sciogliomento, i sindacati: «I servizi vengano garantiti»

A margine di un'accorata assemblea, che ha registrato in tutte le sue sfaccettature il senso di profonda impotenza dei dipendenti, di fronte ai possibili scenari che potrebbero aprirsi a seguito della concretizzazione di una messa in liquidazione dell'Azienda speciale, le organizzazioni sindacali hanno unitariamente manifestato il proprio intendimento di organizzare un presidio nel piazzale antistante il luogo di svolgimento dell'Assemblea dei sindaci, proclamata per il 20 maggio. Scenderemo in Piazza per far sentire la voce di tutti i dipendenti di Retesalute, nello stesso istante in cui i sindaci decideranno del loro futuro, assumendosi la responsabilità di scelte che, a nostro parere, devono essere coerenti alle linee di mandato su cui ciascun Amministratore ha fondato il proprio consenso politico.

Ci rivolgeremo ai sindaci, affinché prendano le proprie decisioni con coscienza e rispetto delle persone coinvolte, ma parleremo anche con i cittadini, che quei sindaci hanno eletto, cercando il sostegno di tutti coloro per i quali i dipendenti di Retesalute raccolgono quotidianamente il bisogno. La scelta dell'Assemblea dei soci di condannare l'azienda, abbandonando ogni ipotesi di ripianamento del debito che esuli dalla procedura di liquidazione, non può mettere in discussione i diritti maturati dai dipendenti che hanno operato al suo interno sino ad oggi, né, tantomeno, dovranno essere messi in discussione gli attuali livelli occupazionali. E se il presidio non dovesse sortire gli esiti sperati, proclameremo nuovamente lo stato di agitazione del personale dipendente di Retesalute affinché vengano espletati tutti i passaggi istituzionali davanti al prefetto, finalizzati al perseguimento delle procedure di raffreddamento, in assenza delle quali proclameremo una giornata di sciopero con la conseguente interruzione di tutti i servizi resi.

Per le Segreterie Fp Cgil Lecco, Cisl Fp Mbl e Uil Fpl Del Lario Teresa Elmo, Enzo Cerri e Italo Bonacina

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