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Scuola, ancora la Dad per le superiori. Boscagli: «Alla PlayStation non si fanno partite di calcio»

«L’emergenza educativa in Italia è presente da ben prima del Covid-19, la pandemia ha semplicemente dimostrato quanto questa semplicemente non venga compresa»

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di LeccoToday

Stretti tra l’emergenza sanitaria e quella economica, assistiamo al continuo rimbalzo della data di apertura delle superiori e della responsabilità di prendere decisioni importanti.

La prospettiva degli adolescenti di passare un anno e mezzo nelle proprie stanze a seguire lezioni a distanza senza rapporti umani, senza relazione con gli insegnanti e confronto coi compagni, è sempre più probabile.

Purtroppo l’emergenza educativa in Italia è presente da ben prima del Covid-19, la pandemia ha semplicemente dimostrato quanto questa (come quella demografica) semplicemente non venga compresa. Da quasi un anno il grande scontro è tra la scelta di tutela sanitaria – chiudere tutto, non vedere nessuno – e quella economica – tenere aperto e far circolare il più possibile gli scambi per sostenere il Paese.

La stessa apertura delle scuole dei primi ordini e gradi, non nasce tanto dall’attenzione alla crescita dei bambini, quanto dalla possibilità (peraltro fondamentale) per i genitori di recarsi al lavoro.

A questo si aggiungano i dibattiti dei dipendenti o quelli del Ministero, su finanziamenti, strutture inadeguate, banchi futuristici…

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«Dad diversa dalla relazione alunno-maestro»

Ma qual è il ruolo della scuola? Un parcheggio per determinate fasce di età, una struttura pubblica dove tutelare contratti dei dipendenti, un negozio di competenze che se non acquisite fisicamente c’è comunque lo store online?

In questi 12 mesi ai ragazzi è stata costantemente mostrata la paura dei propri adulti, è stato raccontato che il contatto umano con amici e parenti è pericoloso, che la relazione con il docente è facoltativa, è stata regalata la promozione a prescindere da qualsivoglia lavoro (non voto) individuale, si sono viste aumentare vertiginosamente ed aggravarsi le fragilità personali come le disparità ed esclusioni sociali…

Per questo la scuola – la vita di classe - va riaperta, in sicurezza, organizzata, al 50/75%... Ma va riaperta perché nessuno cresce da solo, anche se ha in casa la migliore connessione e i migliori PC, una sala studio perfetta, una situazione economica serena e la famiglia in salute... Nulla di tutto questo rappresenta il bagaglio che farà del 15enne di oggi la persona di domani. Con le dovute proporzioni la Dad (Didattica a distanza, ndr) non fa una relazione alunno-maestro, così come la Play non fa una partita di campionato sul campo.

Se vogliamo che questo Paese abbia un futuro è necessario investire tanto e subito nella sfida educativa.

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