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In sette a processo per l'assassinio di padre Fausto Tentorio

Il missionario del Pime di origini lecchesi era stato ucciso il 17 ottobre 2011 nelle Filippine, dove aiutava le popolazioni tribali contro lo sfruttamento. Svolta nel procedimento in corso a Kidapawan City

In sette a processo per l’omicidio di padre Fausto Tentorio, missionario del Pime originario della Brianza Lecchese, ucciso il 17 ottobre del 2011 nelle Filippine dove da 32 anni aiutava le popolazioni tribali, gli agricoltori e i poveri contro lo sfruttamento da parte di latifondisti e potenti del territorio interessati alla ricchezze minerarie. Un martire, un sacerdote che “dava fastidio”, dalla parte degli ultimi e mal visto dai miliziani di Manila. Un uomo coraggioso che credeva nella necessità di puntare sulla scuola e la formazione come strumento per combattere povertà e ingiustizie, e nell'importanza di un voto libero e consapevole anche all'interno delle comunità locali di un Paese complesso come le Filippine.

Un martire in prima fila per aiutare le tribù povere sfruttate

Gli imputati sono i due presunti killer, un leader, tre militanti tribali e un paramilitare. Ad annunciarlo è AsiaNews, organo di informazione del Pime, ricordando inoltre che i quattro testimoni chiave sono ancora sotto la protezione delle autorità. Non sono invece citati in giudizio l’ex sindaco di Arakan e due ufficiali dell’esercito, in precedenza indagati. Alla sbarra anche esponenti di un movimento di estremisti cristiani che combattono contro i musulmani poveri del luogo.

Padre Tentorio, nato nel 1952 e originario di Rovagnate, era stato crivellato di colpi di arma da fuoco presso la sua parrocchia di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso ad Arakan, in North Cotabato, Mindanao. Ecco i passaggi più significativi della notizia diffusa ieri, sabato 4 maggio, da AsiaNews riportando la testimonianza del religioso Pietro Geremia, missionario nelle Filippine.

La notizia riportata da AsiaNews, organo di informazione legato al Pime

«Il tribunale di Kidapawan City ha deciso di portare a processo sette persone per l’assassinio di padre Fausto Tentorio, sacerdote del Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime). Ad annunciare la nuova svolta giudiziaria nell’irrisolto caso è padre Pietro Geremia, anch’egli missionario dell’Istituto missionario a Mindanao. Nelle Filippine da oltre 32 anni, padre Tentorio è stato ucciso la mattina del 17 ottobre 2011. Per la sua attività a favore dei tribali Manobo, minacciati dallo sfruttamento delle miniere, il missionario era mal visto dall'esercito. Nel dicembre 2017, l’iscrizione di nuovi sospetti nel registro degli indagati aveva segnato un’importante novità nell’inchiesta».

Tra gli imputati estremisti cristiani

Da Manila, l’organo di informazione del Pime parla quindi di un’importante novità nell’inchiesta. «Alle luce di quanto emerso, il tribunale ha ora deciso di avviare un processo nei confronti di: Jimmy e Robert Ato (i sospetti killer); Jan Corbala, comandante di un gruppo di militanti tribali chiamato “Bagani”, e tre membri della sua unità; Nene Durado, appartenente al movimento “Ilaga”, composto da coloni cristiani “fanatici” che combattono contro musulmani e tribali sin dagli anni '70 e che ancora oggi continuano a sottrarre loro le terre. “È da notare - scrive padre Geremia - che sono decadute le accuse contro alcune delle persone che in precedenza erano state inquisite. Queste sono l’ex sindaco di Arakan, Romulo Tagpos, e due uomini d’affari della città; il tenente colonnello Joven Gonzales ed infine il maggiore Mark Espiritu, ufficiali al comando del 57mo battaglione dell'esercito e delle unità delle Forze speciali al momento dell'uccisione di p. Fausto».

Nella memoria depositata lo scorso 1° aprile dall’assistente pubblico ministero Rodan G. Parrocha  vengono ricostruite le circostante che hanno portato all’omicidio del missionario di origini lecchesi: «“Intorno alle 7.20 del 17 ottobre 2011, presso il complesso parrocchiale di Nostra Signora del Perpetuo soccorso ad Arakan, (gli accusati) si sono incontrati, hanno cospirato e si sono aiutati a vicenda con l’obiettivo di realizzare un disegno comune ed hanno volontariamente ucciso p. Tentorio”».

Il sacerdote di origini lecchesi assassinato da uomini armati e con evidente premeditazione

«“Lo hanno assassinato - prosegue Parrocha - a tradimento, approfittando della forza superiore, con l'aiuto di uomini armati e con evidente premeditazione, come dimostrato dall'evidenza che tale uccisione era già stata pianificata il 10 ottobre a Sitio Kamanagan, quartiere Ganatan. […] Nello specifico, hanno sparato alla vittima indifesa con una pistola calibro 9mm, colpendola più volte alla testa, al busto ed in diverse parti del corpo, causandone la morte istantanea”. Padre Geremia afferma che sono in corso i preparativi per il processo. “I quattro testimoni chiave e le loro famiglie sono tenute in luoghi sicuri sotto l’apposito Programma di protezione (Wpp). In tribunale si presenteranno a deporre per la prima volta anche altre persone. Il procedimento può identificare i responsabili ed il movente per l’assassinio; ottenere una giustizia, almeno parziale, per padre Fausto e altre vittime di simili uccisioni extragiudiziali (Ejk); fornire maggiore sicurezza ai testimoni, affinché possano tornare alle loro case e ai loro lavori”».

«“Allo stesso tempo - conclude padre Geremia - il processo può rendere più sicuri anche quanti portano avanti i programmi di padre Fausto e coloro che lavorano per i tribali in tutto il Paese, ispirando sempre più volontari a servire i poveri. Può infine portare un po' di conforto alla famiglia Tentorio e alla famiglia del Pime, oltre a tutte le comunità che hanno condiviso le iniziative del sacerdote. In particolare, può contribuire al processo di pace ad Arakan e a Mindanao”».

La testimonianza di Padre Fausto Tentorio in un video del Pime e di TV2000

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