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Sabato, 20 Aprile 2024
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In tanti alla "Staffetta solidale" a favore dei migranti soccorsi in mare: «L'umanità è un valore che viene prima di ogni scelta politica»

Soddisfatti i promotori: «170 chilometri a piedi, in bici e in barca intorno al lago. Momenti di riflessione da Colico a Lecco con associazioni e parrocchie. Centinaia i partecipanti»

Centosettanta chilometri a piedi, in bicicletta e in barca intorno al lago di Como, diciotto momenti di riflessione con letture, sketch teatrali, poesie, canzoni e testimonianze, tre comuni che hanno offerto il patrocinio all’iniziativa, sei parrocchie che hanno aiutato, più di venti associazioni che hanno organizzato e centinaia di partecipanti. Sono questi i numeri della Staffetta Solidale - Camminiamo per chi non può arrivare che si è tenuta lo scorso fine settimana.

«L’idea folle è venuta a Massimo, attivista di #unmigliononcibasta, Mediterranea Saving Humans nel luglio di quest’anno per difendere l’operato delle navi che salvano esseri umani nel nostro mar Mediterraneo e per allargare il sostegno verso il loro operato - fanno sapere i sostenitori del Comitato "Noi tutti migranti" lecchese che hanno preso parte all'iniziativa, tra cui il garlatese Emanuele Manzoni  - In poco più di due mesi molte associazioni dei due rami del lago si sono coordinate ed hanno organizzato la "Staffetta Solidale, Camminiamo per chi non può arrivare". Non è stata una manifestazione contro qualcuno ma per qualcosa: quando un essere umano sta per annegare non esiste ragione per non tendergli la mano. L’umanità è un valore pre-politico, un sentimento che deve continuare a contraddistinguere le nostre comunità ed il nostro Paese».

Una camminata di tre giorni per sensibilizzare su integrazione e salvataggio di vite in mare

La staffetta è partita, con un giubbetto di salvataggio arancione come testimone, venerdì alle 12.30 da Menaggio. La prima sosta è stata a San Siro, poi Dongo dove l’Anpi locale ha organizzato un momento insieme, poi Gravedona e Sorico dove il gruppo si è fermato per la notte, ospitato dalla parrocchia, dove ha assistito ad uno spettacolo teatrale interamente organizzato da giovani migranti. Sabato mattina la staffetta è ripartita verso Colico dove si è tenuta una colazione offerta dalla comunità Il Gabbiano con alcuni contributi musicali ad opera di Restiamo Umani, si è toccato poi Dervio e Bellano dove le parrocchie hanno offerto degli spuntini. I ragazzi della parrocchia di Dervio hanno regalato a tutti i partecipanti una barchetta di carta con scritto “Chi salva una vita salva il mondo intero. Grazie per essere passato”. Nel pomeriggio a Lierna e Mandello del Lario i gruppi consigliari di minoranza hanno accolto i camminanti mentre ad Abbadia Lariana è stata l’Amministrazione comunale a preparare alcune letture a tema.

La giornata si è conclusa a Lecco con un flash-mob organizzato da alcuni ragazzi delle scuole superiori e con il toccante contributo di Donatella Albini, dottoressa ginecologa e consigliere comunale a Brescia reduce da due settimane sulla Mare Jonio, che ha raccontato della sua esperienza su quella che è stata chiamata “la nave dei bambini” per la nutrita presenza di minori naufraghi a bordo.

«Domenica la staffetta è ripartita in bicicletta verso Bellagio - ha aggiunto l'olginatese Paolo Casu, oepratore della comunità "Il Gabbiano", tra i partecipanti all'iniziativa - è passata da Lezzeno prima di giungere nella centralissima piazza Cavour di Como. È tornata poi verso Menaggio, passando per Cernobbio dove si è cantato con i “D’altro canto” e dove ha fatto un bell’intervento Paolo Limonta, consigliere comunale di Milano. Da Cernobbio a Tremezzo la marcia è proseguita utilizzando il traghetto di linea. La meta finale è stata raggiunta poi indossando simbolicamente le coperte termiche. Sono stati tre giorni intensi, ricchi di testimonianze, letture e riflessioni. Il giro de lago stato completato come prefissato, senza nessun incidente. Durante la giornata del migrante e de rifugiato appena trascorsa Papa Francesco ha invitato a “tornare umani”. Questo è stato il nostro modo di farlo».

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