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Straniero, Pd: «Troppi errori e arroganza, si è spezzato il filo di fiducia tra Regione e cittadini»

Respinta la mozione di sfiducia al presidente Fontana. L'affondo del Consigliere regionale lecchese: «Uno dei principali sbagli della Giunta è stato il ritenersi immune dagli sbagli»

Il Consiglio regionale della Lombardia ha respinto la mozione di sfiducia al presidente Attilio Fontana con 49 voti contrari, 29 favorevoli e nessun astenuto. Il voto è arrivato nel pomeriggio di martedì 8 settembre, dopo una giornata di dibattito sul testo presentato da quasi tutte le opposizioni: Movimento 5 Stelle, Pd, Lombardi Civici e +Europa. Mancava la "firma" della consigliera di Italia Viva Patrizia Baffi, che non ha partecipato al voto.

"Guerra di mascherine" ad inizio sedutta, con i consiglieri di maggioranza che indossavano le mascherine "carta igienica" procurate dal Governo nazionale e rifiutate dagli ospedali lombardi, mentre i consiglieri del Pd hanno "risposto" con mascherine con la scritta "basta così" e i consiglieri 5 Stelle hanno portato scatoloni "nominali" con i nomi degli assessori della giunta; ma tutta la sedutta è stata in generale l'occasione per scambi di accuse incrociate sulla gestione dell'emergenza covid. I consiglieri di maggioranza non hanno mancato di evidenziare le responsabilità del Governo, quelli di minoranza quelle della Regione Lombardia.

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La Baffi, in un contestatissimo intervento, ha rivendicato di essere stata contraria anche alla precedente mozione di sfiducia indirizzata soltanto all'assessore al Welfare Giulio Gallera e, annunciando che non avrebbe partecipato al voto, rivolgendosi direttamente a Fontana ha affermato: «Qualcuno dovrebbe chiederle scusa», accusando poi i suoi colleghi di minoranza di «fomentare odio», manifestatosi con lo striscione dei Carc con la scritta "Fontana assassino" proprio martedì mattina.

Fontana: «Mozione inconsistente, ora al lavoro»

Dopo il voto, Fontana ha commenato che «la mozione di sfiducia era molto inconsistente, la maggioranza ha dato risposte molte chiare a tutte le presunte contestazioni. Abbiamo perso un po' di tempo, adesso dobbiamo ricominciare a lavorare alle cose che servono ai nostri cittadini». Poi ha aggiunto che a infastidirlo è stato «il clima che è stato creato in questo periodo, le tante bugie, le infamie che sono state raccontate sul mio conto, è tutto quel clima di odio che credo che sia controproducente per tutto il Paese». Sulla scelta di Patrizia Baffi, Fontana ha specificato che «è una persona che ha sempre dimostrato una grande onestà intellettuale, una persona che ha sempre deciso con la propria testa e oggi ha motivato le ragioni per le quali era contraria a questa mozione, ha dato spiegazioni assolutamente logiche».

Il Pd: «Spezzata la fiducia tra giunta e cittadini»

«La Lombardia rimane su un treno senza conducente, come quello che si è schiantato a metà agosto a Carnate, ma il voto di oggi inaugura la fine della legislatura regionale, perché si è spezzato il filo di fiducia tra chi guida la Regione e i cittadini», è il duro commento del capogruppo del Pd Fabio Pizzul dopo il voto: «In questi mesi i lombardi si sono sentiti soli e abbandonati come non era mai successo e a salvarli è stato solo il lockdown voluto dal Governo. Fontana e la sua giunta, intanto, si sono chiusi nel palazzo e hanno dichiarato a più riprese di non aver sbagliato nulla».

Un tema ripreso anche dal Consigliere regionale lecchese Pd, Raffaele Straniero. «Uno dei principali sbagli commessi dalla Giunta Fontana è stato di ritenersi immune dagli errori. L’arroganza, figlia di un’egemonia di 25 anni in Lombardia, ha fatto il resto. Ma di fronte a un nemico così grande come questo virus, nessuno è inattaccabile». Straniero ha quindi aggiunto: «Questa pandemia avrebbe messo in difficoltà chiunque, bisognava immaginarlo. Per questo esigeva un’umiltà e una condivisione con tutti, noi consiglieri, anche di opposizione, e con gli esperti. Così, prima di correggere il tiro su tante questioni (penso ai tamponi, ai test, ai Dpi…) sono passati mesi, e questo ha voluto dire ripercussioni pesantissime».

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Il consigliere Pd ha poi citato l’esempio portato dal capogruppo dem Fabio Pizzul. «Ha detto che l’incidente di Carnate è stato purtroppo una grande metafora di quanto sta accadendo nella nostra regione. E che la Lombardia rimane su un treno senza conducente. Per questo, per noi, il voto di oggi inaugura la fine della legislatura regionale, perché si è spezzato il filo di fiducia tra chi guida la Regione e i cittadini. In questi mesi i lombardi si sono sentiti soli e abbandonati come non era mai successo e a salvarli è stato solo il lockdown voluto dal Governo. Fontana e la sua Giunta, intanto si sono chiusi nel palazzo, convinti di non aver bisogno di nessuno, appunto. Il risultato si è visto. Per noi, per quanto la legislatura regionale possa trascinarsi, nei fatti è già finita, al di là del voto espresso oggi in Aula da una maggioranza che non vuole ammettere il fallimento della gestione dell’emergenza».

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