rotate-mobile
Attualità

«In alternativa al teleriscaldamento: un piano "B" per una gestione realmente sostenibile dei materiali post consumo»

La Rete Consiglieri Informati in una lettera inviata a Sindaci, Assessori e Consiglieri Comunali della Provincia di Lecco, Presidente e Consiglieri Provinciali, Presidente e Consiglieri Regionali

Nota- Questo comunicato è stato pubblicato integralmente come contributo esterno. Questo contenuto non è pertanto un articolo prodotto dalla redazione di LeccoToday

È acclarato che il teleriscaldamento sia una prescrizione a carattere di compensazione ambientale imposta nel 2007 da Regione Lombardia a seguito della decisione "politica", legittima ma a nostro avviso non particolarmente lungimirante, dei Soci di Silea Spa di portare la capacità del forno da 70.000 t/anno a 120.000 t/anno, al fine di poter beneficiare degli incentivi statali offerti dai certificati verdi (cessati a fine 2018).

È però altrettanto legittimo che oggi con una decisione "politica" delle nostre comunità si chieda a Regione Lombardia di poter ridurre la capacità di incenerimento dismettendo a brevissimo termine un a linea (al più tardi nel 2024), portando la capacità del forno all’effettiva necessità del territorio, con l'obiettivo a medio termine di chiudere l’impianto, in esercizio da oltre 40 anni, al più tardi alla fine della vigente AIA o comunque prima, quando la quantità di rifiuti indifferenziati prodotta in loco non renderà più necessario il ricorso al forno inceneritore, avendo sviluppato al contempo altre tipologie di trattamento della frazione indifferenziata, finalizzate alla massimizzazione del recupero di materia (Fabbrica di materiali) oltre al doveroso potenziamento dei centri di recupero e riuso. La dismissione di una linea di incenerimento farebbe venire meno da subito la necessità compensativa contenuta nell'AIA e consentirebbe di muovere un passo decisivo verso la tanto celebrata “decarbonizzazione”.

L’acclarata sovracapacità impiantistica, le tendenze in atto nella diminuzione di rifiuto indifferenziato anche grazie al diffondersi della Tariffazione Puntuale, il quadro normativo evolutosi, gli indirizzi del Pacchetto sull’Economia Circolare, impongono di fissare un piano di dismissione progressiva e programmata dell’impianto di Valmadrera, al fine di non diventarne dipendenti per i decenni a venire.

Lo spegnimento immediato di una linea di incenerimento avrebbe peraltro un effetto positivo in termini di benefici ambientali sulla qualità dell'aria, facendo dimezzare le emissioni di Anidride Carbonica (CO2), Ossidi di Azoto (NOx), diossine e furani dal camino e quelle del traffico veicolare pesante verso il forno e dal forno, emissioni “parassitarie” legate all’esercizio dell’impianto, che si tende a dimenticare nei bilanci di sostenibilità ambientale.

Riteniamo inoltre priva di fondamento l’ipotesi secondo cui la chiusura del forno inceneritore implicherebbe la chiusura della Azienda Silea Spa. La chiusura del forno sarebbe semmai il viatico per un rilancio societario verso un vero servizio integrato di gestione dei rifiuti, sviluppando il settore delle raccolte (oggi invece esternalizzato), della selezione e recupero di materia come già avviato presso gli impianti di Seruso Spa, dei Centri di Raccolta e Riuso, il tutto con importanti e positive ricadute occupazionali. Il caso dell’azienda Contarina Spa è emblematico.

L’atto di indirizzo con cui si paventa la possibilità di costituire una nuova società che veda Silea socia con una partecipazione di almeno il 10%, a fronte del 90% di Varese Risorse, ci lascia alquanto perplessi, ritenendo queste operazioni di finanza aziendale ed annesse logiche di mercato, lontane e confliggenti da quelle logiche che dovrebbero invece caratterizzare un’azienda affidataria diretta di un servizio pubblico essenziale in regime di “In-House providing”. L’operazione sembra più volta a dare una parvenza di convenienza economica ad un percorso che sia dal punto di vista finanziario che tecnico desta più di un dubbio su quali siano gli interessi tutelati: quelli dei privati espressione di un’azienda quotata, a sua volta espressione di una delle maggiori multiutility italiane o dei cittadini utenti che con le loro bollette tengono in equilibrio il progetto?

Le tante perplessità emerse in questi anni ci spingono a rinnovare la richiesta di affrontare con la Regione il tema del “decommissioning” (dismissione della capacità di incenerimento in eccesso) avviando il Piano B ed abbandonando la progettualità del teleriscaldamento, che ci renderebbe vincolati al mantenimento in esercizio del forno inceneritore, del quale non è stata fissata la data di fine esercizio.

Enzo Venini – Colico
Massimo Riva – Lecco
Aldo Dal Lago – Colle Brianza
Germano Bosisio – Oggiono
Salvatore Krassowski – Cernusco lombardone Cesare Panzeri – Oggiono
Anna Bertuletti – Lecco
Fabio Cavallazzi – Primaluna
Pierfranco Mastalli – Lecco
Lucio Vaccani – Galbiate
Andrea Torri – Lecco
Livia Mastrini – Dorio
Sergio Monti – Colico
Rocco Miraglia – Castello Brianza
Carlo Fumagalli - Civate

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

«In alternativa al teleriscaldamento: un piano "B" per una gestione realmente sostenibile dei materiali post consumo»

LeccoToday è in caricamento