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Lombardia zona gialla o arancione? Domani il monitoraggio dell'Iss, attesa per il colore

Venerdì i dati dell'Iss. Il caso Brescia e le mini zone rosse spingono verso il cambio colore?

Un'altra settimana in giallo o un passaggio in arancione nelle prossime ore? La Lombardia attende venerdì e il monitoraggio dell'Istituto superiore di sanità per conoscere la fascia di rischio nella quale verrà inserita. Nelle prossime ore, infatti, l'Iss pubblicherà il report numero 41 che poi permetterà al ministero della salute di stabilire i colori delle varie regioni d'Italia, con i relativi divieti e restrizioni per cercare di contenere i contagi covid. 

Negli ultimi giorni l'epidemia sembra aver ricominciato a correre e in Lombardia ci sono alcune aree che soffrono di più. In una regione che per ora resta gialla, infatti, per decisione del presidente Attilio Fontana, ci sono già due grosse eccezioni: tre comuni in zona rossa - Bollate, Viggiù e Mede, che sono rossi da 7 giorni e lo saranno per altri 7 - e un'intera area, la provincia di Brescia e i comuni limitrofi, in "arancione rinforzato". 

A spaventare sono soprattutto le varianti del virus, che hanno fatto risalire il numero giornaliero dei contagi e - questo l'aspetto più preoccupante - i ricoveri nei reparti ordinari e nelle terapie intensive. Il rischio è che il "caso Brescia", sommato alla situazione degli altri tre comuni in zona rossa, faccia risalire l'indica Rt sopra la soglia di allarme di 1 e a quel punto la Lombardia tornerebbe automaticamente in zona arancione. 

Verso il nuovo Dpcm del governo Draghi: ecco cosa cambierà

«È terza ondata»

La possibilità non è affatto remota e anche al Pirellone sembrano essere consapevoli che il quadro stia cambiando, in peggio. «A Brescia esiste una terza ondata. Dobbiamo intervenire immediatamente», ha detto martedì al Pirellone, Guido Bertolaso, il coordinatore scelto dalla giunta Fontana per la campagna vaccinale. 

«La provincia di Brescia – ha continuato l'ex numero uno della protezione civile – ha un'incidenza, ovvero un numero di nuovi casi, doppia rispetto al resto delle province lombarde. Allo stato attuale, la situazione è sotto controllo e gestibile, rispetto all'anno scorso, in tutto il territorio regionale, tranne in provincia di Brescia, dove siamo di fronte alla terza ondata della pandemia. Questo è il punto che va aggredito immediatamente». 

«Il problema principale, soprattutto in questa provincia, è legato alla circolazione della variante inglese che ha fatto aumentare di parecchio i ricoveri in ospedale e soprattutto nei reparti di rianimazione - ha ammesso Bertolaso, parlando di Brescia -. È stato elevato il livello di attenzione da 3 a 4, perché le terapie intensive sono già sotto stress e per questo Areu sta già trasferendo pazienti nelle aree limitrofe».

E la pressione sulle strutture ospedaliere, insieme all'indice Rt, è proprio uno dei parametri utilizzati dall'Iss e dal ministero della salute per decretare le fasce di rischio delle regioni.

Il nuovo Dpcm di Draghi dal 6 marzo fino al 6 aprile

Nella mattinata di giovedì si è tenuto l'incontro Governo-Regioni in vista del Dpcm anti-Covid-19 del governo Draghi. All'incontro - in videoconferenza - hanno preso parte il ministro per le Autonomie, Mariastella Gelmini, e quello della Salute, Roberto Speranza. Presenti anche il presidente dell'Associazione Comuni (Anci) Antonio Decaro e quello dell'Unione delle Province (Upi) Michele de Pascale. Il ministro degli Affari Regionali Mariastella Gelmini ha annunciato alle regioni che cambierà il sistema delle ordinanze del ministero della Salute: «Il sistema dei parametri (per definire i colori delle zone in Italia nell'emergenza Covid) si può affinare, ma probabilmente non con il decreto in arrivo, ci vorrà un tavolo tecnico. In ogni caso, per rendere più agevole la programmazione delle attività economiche, le chiusure non entreranno più in vigore di domenica ma di lunedì».

La Gelmini ha anche annunciato che il governo conta di fare avere alle regioni nella giornata di domani, con grande anticipo rispetto alla scadenza del 5 marzo, una prima bozza del Dpcm: «Per l'esecutivo Draghi è fondamentale il confronto costante con le Regioni e anticipare le decisioni, in modo da lasciare ai cittadini il tempo necessario per poter organizzare la propria vita».

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