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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Bere vino (meglio se rosso) con moderazione fa bene ai capelli: ecco quanto e come

Il giusto consumo di vino aiuta ad avere una chioma più bella e folta: alcuni componenti della bevanda alcolica, infatti, possono contrastare la produzione di radicali liberi, tra le cause della caduta dei capelli

I latini dicevano nomen est omen: e il vino non sembra fare eccezione. Secondo una delle teorie più diffuse, infatti, la parola “vino” deriverebbe dal latino Venus, cioè Venere, la dea della bellezza. E parlando proprio di bellezza, anche da un punto di vista salutistico, sembra che il vino favorisca la salute dei capelli. Questo grazie al contenuto di polifenoli, sostanze “nutraceutiche” che svolgono un’azione antiossidante, antinfiammatoria, cardioprotettiva, anticancerosa, antimicrobica e neuro protettiva. 

Sebbene questo assunto possa risultare sorprendente, recenti studi condotti dal dottor Corder e dal dottor Tedesco hanno dimostrato come alcuni componenti del vino siano in grado di contrastare due tra i fenomeni che caratterizzano la caduta dei capelli: l’infiammazione, con la relativa produzione di radicali liberi, e la scarsa vascolarizzazione del cuoio capelluto. Infatti, l'infiammazione e il prolungato stress ossidativo sono fattori dominanti sia nell'alopecia areata che in quella cicatriziale, due patologie che interessano molte persone. 

“Uno dei principali effetti dello stress ossidativo riguarda l’incanutimento dei capelli, causato dal danneggiamento dei melanociti ad opera dei radicali liberi” spiega il dottor Angelo Labrozzi, farmacista nonché collaboratore dell’Università di Chieti ed esperto nello studio della caduta dei capelli.

“Gli effetti dell’ossidazione, però, non si limitano a questo fenomeno - tutto sommato accettabile ed esteticamente trattabile - e possono diventare ben più gravi. Uno stress che si protrae nel tempo, infatti, può danneggiare le cellule del bulbo pilifero, dando come risultato la nascita di un capello debole e tendente alla caduta. Soprattutto se, ad esempio, a questa problematica si associano inestetismi del cuoio capelluto come forfora e seborrea”.

Allo stesso tempo, la vasocostrizione del cuoio capelluto, dovuta a fattori come il fumo della sigaretta o agli ormoni dello stress (adrenalina e cortisolo), porta a una riduzione dell’apporto di nutrienti verso il bulbo pilifero, determinando una denutrizione cronica dello stesso e un’atrofia del capello. Il vino, rispetto a queste problematiche, contribuisce a fornire un innegabile beneficio.

“Possiamo affermare che un buon bicchiere di vino, meglio se rosso, consumato durante i pasti può contribuire a migliorare le condizioni fisiologiche dei nostri capelli” afferma il dottor Angelo Labrozzi, ideatore del Metodo di Nardo sulla caduta dei capelli.

“E’ però importante ricordare che un’assunzione giornaliera di una moderata quantità del nettare di Bacco per favorire il trofismo e il benessere dei nostri capelli va associata all’utilizzo di integratori alimentari. Questi infatti permettono di compensare lo squilibrio di sostanze nutritive del bulbo pilifero che ne altera il ciclo di crescita. Inoltre favoriscono un miglior assorbimento degli antiossidanti, che contrastano lo stress ossidativo e i radicali liberi che possono danneggiare i capelli”.

Rispetto alla composizione media di polifenoli nel vino, seppur in piccole quantità, sono presenti anche alcuni flavonoidi responsabili delle proprietà antiossidanti, antiinfiammatorie e vasodilatatrici del vino.

“Un bicchiere di vino, oltre a essere uno dei modi migliori per liberarsi dallo stress dopo una lunga giornata lavorativa, può diventare anche un prezioso alleato per la bellezza dei capelli. Diluito in acqua nell’ultimo risciacquo durante il lavaggio, grazie alle sue proprietà antibatteriche, può aiutare a contrastare la forfora. Ma è bene ricordare – conclude Labrozzi - che nonostante il vino faccia parte della nostra tradizione culinaria e sia un componente importante della dieta mediterranea, è necessario consumarlo sempre con assoluta moderazione perché un suo uso eccessivo determinerà un effetto opposto e controproducente”. Distinguiamo, quindi, il consumo dall'abuso.

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