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Green fitness: lo sport punta alla sostenibilità attraverso il plogging

Nato in Svezia qualche anno fa, il plogging è oggi movimento globale

Nell’ultimo periodo due nuove tendenze hanno investito in modo significativo la vita delle persone: la difesa dell’ambiente e la riscoperta della vita all’aria aperta. Queste due realtà sono molto legate tra loro e hanno spesso dato vita ad iniziative e ad attività con lo scopo di apportare benefici sia alle persone che al nostro pianeta. È così che hanno preso piede il plogging e l’eco trekking.

Che cos’è il plogging?

Il plogging è un’attività che consiste nella raccolta dei rifiuti durante la corsa e deve il suo nome all’unione della parola inglese jogging con il termine svedese plocka upp, letteralmente “raccogliere”. Il plogging può essere praticato da tutti in quanto non richiede particolari capacità o attrezzature ed è un’attività che si può svolgere sia da soli che in gruppo.

Lo scopo di questa disciplina è quello di mantenere l’ambiente pulito approfittando del tempo che normalmente si impiega per l’attività fisica all’aperto. In pratica il plogging propone di ottimizzare il tempo durante la corsa per fare un’azione positiva verso il pianeta.

Dove è nato il plogging?

Il plogging ha origini molto recenti infatti è stato ideato nel 2016 dall’atleta svedese Erik Ahlström che, stanco di vedere così tanti rifiuti nella città di Stoccolma, ha deciso di iniziare a ripulire strade e parchi insieme al suo gruppo di amici durante gli allenamenti e le corse quotidiane. Partendo dalla Svezia, l’attività del plogging si è poi rapidamente diffusa nel resto del mondo, spinta dalla sempre maggior importanza assunta dai temi della sostenibilità ambientale e del benessere della persona.

Oggi il plogging è considerato una vera e propria disciplina tant’è che dal 1 al 3 ottobre 2021 si è svolta in Italia la prima edizione dei Campionati del Mondo di Plogging, in cui sono stati raccolti quasi 800 Kg di rifiuti.

Dove e come praticare il plogging: attrezzatura necessaria

Il plogging non prevede particolari requisiti fisici, è sufficiente essere abbastanza in forma da poter correre, anche a ritmo lento. Riguardo l’attrezzatura le uniche cose da avere sono delle buste per i rifiuti e un paio di guanti da lavoro, meglio se antitaglio dal momento che potrebbe capitare di dover raccogliere lattine, pezzi di vetro o altri rifiuti taglienti. L’abbigliamento da indossare è lo stesso che si utilizza per il jogging. L’attività del plogging può essere svolta in qualsiasi luogo, infatti, purtroppo, i rifiuti sono presenti ovunque, dal parco cittadino alla montagna e addirittura in spiaggia. Ciò che è importante è ricordarsi di separare la spazzatura al termine dell’attività e gettare ogni tipo di rifiuto nel bidone corretto seguendo la raccolta differenziata. Si può fare plogging sia da soli che in gruppo ma condividere questa attività con gli altri è sicuramente più divertente e offre la possibilità di fare a gara a chi raccoglie più rifiuti. Chi alla corsa preferisce invece la camminata può cimentarsi nell’eco trekking, un’attività che unisce il trekking alla raccolta dei rifiuti e segue la stessa filosofia del plogging.

Benefici del plogging

Il plogging è un’attività completa che permette di godere di diversi benefici, sia dal punto di vista fisico che da quello psicologico, senza tralasciare l’importante aspetto ambientale. Tra i benefici del plogging è impossibile non citare i seguenti:

  1. Il plogging aiuta a dimagrire: così come il jogging, il plogging comporta un importante dispendio calorico e aiuta quindi a dimagrire. Questa attività, inoltre, è molto ritmata e prevede che il plogger alterni tratti di corsa a piccole pause, mantenendo allenato il cuore e stimolando la frequenza cardiaca.
  2. Il plogging allena movimenti diversi rispetto al semplice jogging: facendo jogging si allenano principalmente i muscoli delle gambe e si compiono sempre gli stessi movimenti mentre il plogging prevede che il plogger debba chinarsi per raccogliere i rifiuti, compiendo quindi squat e affondi. Questi movimenti non sono tipici della corsa tradizionale e permettono di allenare i muscoli delle gambe che solitamente non vengono molto stimolati ma anche i glutei, le spalle e le braccia.
  3. Il plogging fa bene all’ambiente: il gesto di raccogliere i rifiuti è veramente semplice ma allo stesso tempo molto importante perché permette di mantenere l’ambiente pulito e di evitare l’inquinamento del suolo e delle acque, che può comportare serie conseguenze per l’intero ecosistema.
  4. Il plogging è un antistress: proprio come la camminata, anche il plogging riduce l’ansia e lo stress in quanto il corpo durante l’attività fisica rilascia endorfine, conosciute come “ormoni della felicità”. Il plogging, inoltre, è associato al compimento di una buona azione, per cui contribuisce ad aumentare la fiducia in sé stessi.

Plogging in Italia e nel mondo

A partire dal 2016 il plogging ha cominciato ad oltrepassare i confini della Svezia, spinto anche dai social, disseminati di persone che hanno condiviso foto mostrando i rifiuti raccolti dopo la corsa. Ben presto sono nati gruppi, associazioni e organizzazioni in oltre 40 paesi, con lo scopo di promuovere questa attività tramite eventi, social e altri mezzi di comunicazione.

Anche in Italia il plogging si è largamente diffuso sia tra i runner amatoriali che tra i professionisti e numerose iniziative sono nate in diverse città, tra cui Bolzano, Bologna, Milano e Bari. Dal 1° al 3 ottobre 2021 in Valle Pellice, nel comune di Torre Pellice (TO), si è tenuto il primo Campionato del Mondo di Plogging, organizzato dall’Associazione Internazionale per la comunicazione Ambientale e dalla società cooperativa Erica. Nella cornice delle Alpi torinesi, hanno partecipato alla competizione 55 atleti di diversa nazionalità. In questa occasione i plogger hanno percorso un tragitto di oltre 1.780 km e raccolto complessivamente 795 kg di rifiuti. La classifica che ha permesso di decretare i vincitori considera tre elementi specifici: la lunghezza del percorso, il dislivello e la quantità e qualità dei rifiuti raccolti, conteggiati trasformando il loro peso nella quantità di emissioni di CO2 non emesse. I due vincitori e primi campioni mondiali di plogging sono stati gli italiani Pietro Olocco e Elena Canuto, che hanno raccolto rispettivamente 43 e 38 kg di rifiuti.

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