Addio a Dario Fo, "giullare" della cultura italiana
Il Nobel, nel 1997, "perchè, seguendo la tradizione dei giullari medievali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi"
La cultura è in lutto. Dario Fo, premio Nobel per la Letteratura nel 1997, si è spento a Milano, in un letto del nosocomio "Sacco", dove - da qualche giorno - era ricoverato.
Fo, figlio di un ferroviere, dopo gli studi a Brera, fonda - con Franca Rame, compagna d'arte e di vita - la compagnia Fo-Rame e, negli anni della contestazione, dà il via alla fortunata avventura del teatro autogestito, politicamente e socialmente connotato, andando a recitare nelle piazze e nelle fabbriche. Lavora - poi - per la RAI, mai rinunciando alla satira politica, che - negli anni - gli vale più d'una censura.
La straordinaria carriera di autore, attore e scenografo raggiunge il clumine - nel 1997 - con il Nobel, "perchè, seguendo la tradizione dei giullari medievali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi".