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Cronaca

Gallera: «In Lombardia il Coronavirus come l'atomica». Prime libertà dopo Pasquetta?

L'ottimismo dell'assessore regionale al Welfare: «Siamo in fase discendente, vicini al momento in cui potremo dire che abbiamo vinto il primo tempo della battaglia. Ma non la partita»

La parabola è discendente, ma la guerra, come l'hanno più volte definita i vertici regionali, va avanti. Finalmente, però, la Lombardia sembra essere arrivata al punto di svolta. La "bomba atomica" - per usare le parole dell'assessore al Welfare lombardo, Giulio Gallera - sembra stia esaurendo i suoi effetti distruttivi e la curva dei contagi pare aver perso "forza" anche a Milano, che pochi giorni fa continuava a preoccupare, per ammissione dello stesso Gallera, il Pirellone. A Lecco il trend dei contagi è in costante diminuzione da giorni.

Coronavirus, il punto. «Siamo vicini alla fine del primo tempo, ma si esce troppo», Lecchese a 1.755 tamponi positivi

«Siamo in fase discendente, 13 aprile o... »

«Siamo in una fase discendente, anche a Milano, che è la città che ha la curva più alta di tutti», aveva esultato l'assessore alle 18 di mercoledì sera, commentando l'ultimo bollettino ufficiale. Quindi, un passaggio sulle possibili prime riaperture post-quarantena, che per ora è prolungata fino al lunedì di Pasquetta: «Siamo molto vicini aln momento in cui potremo dire che abbiamo vinto il primo tempo della nostra battaglia - aveva evidenziato Gallera - Non la partita ma il primo tempo, perché gli esperti ci dicono che le pandemie non si risolvono in una volta perché ci saranno altre ondate». 

Ma - aveva ribadito l'assessore - «il risultato è vicino e non si può allentare l'attenzione adesso, dobbiamo fare una Pasqua in casa. Vedremo se il 13 aprile o ancora una settimana di sacrificio - aveva annunciato in relazione alla fine dei divieti "forti" - e poi pian pianino ricominceremo». 

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I medici contro Gallera

Proprio Gallera, sempre nella serata di mercoledì, aveva risposto ai medici che nei giorni scorsi gli avevano indirizzato una lettera con qualche accusa per la gestione dell'epidemia, soprattutto in tema di tamponi effettuati al personale sanitario. 

«Mi ha molto stupito, oltre che amareggiato, la nota che abbiamo ricevuto dalla Federazione degli Ordini dei Medici della Lombardia che assomiglia più a un atto politico che a una reale rappresentazione dei fatti», le parole dell'assessore. «Confermo il massimo apprezzamento per tutti gli operatori sanitari lombardi per l'abnegazione e l'umanità con cui stanno affrontando questo terribile momento - aveva scritto Gallera - e confido che si possano abbandonare gli atteggiamenti accusatori».

I tamponi ai medici 

Entrando nel merito delle richieste dei medici l’assessore aveva precisato: «Per quanto riguarda l'esecuzione dei tamponi ai soli pazienti ricoverati, ricordo che nelle fasi iniziali dell'epidemia i tamponi sono stati eseguiti anche ai contatti stretti di casi asintomatici. Successivamente il Ministero della Salute, con circolare del 27 febbraio 2020 ha modificato le linee guida, raccomandando l'effettuazione del test ai soli sintomatici. In ogni caso, è stata sempre tenuta alta 'attenzione sull'isolamento dei soggetti interessati, sia sintomatici, sia contatti stretti di caso. Un'attenzione - continuava la missiva - affidata al monitoraggio del medico di medicina Generale, il cui ruolo, fondamentale, abbiamo evidenziato con una nota della direzione Generale Welfare, il 3 marzo».

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Coronavirus, contagi e morti in Lombardia

Gli ultimi dati, che hanno fatto sbilanciare Gallera sulla "vittoria vicina", sono arrivati alle 18 di mercoledì sera.

Nelle ultime 24 ore in Lombardia sono stati processati 8.226 tamponi, che hanno restituito 1.089 nuovi positivi, per un totale di 53.414. «In proporzione - ha sottolineato l'assessore - il dato è migliore di quello di ieri». 

I ricoverati non in terapia intensiva sono 11.719, con una diminuzione di 114 e calano, di 48, anche i letti occupati in terapia intensiva, che sono 1.257. I morti arrivano invece a quota 9.722, con 238 vittime nelle ultime 24 ore. "Ogni decesso è un'occasione di grande sofferenza, ma anche questo - ha spiegato Gallera - è un dato che si riduce ogni giorno, costantemente".

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