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Cronaca Lungolario Piave, 5

Aggressione a Pradello, l'Orsa chiude per tre giorni. Sormani: «Provvedimento inutile»

Il titolare della nota discoteca di via Lungo Lario Piave commenta la decisione assunta dal Questore Filippo Guglielmino: «E' stato obbligato a farlo, ma non cambierà niente»

«Gestisco questo locale da trentuno anni, gestione che ho rilevato da mio zio. Prima mi hanno chiesto di costruire un parcheggio, poi di mettere telecamere e sorveglianza privata, ma ora mi ritrovo a dover chiudere forzatamente a causa di un fatto successo a duecento metri da qui». Esordisce così, Carlo Sormani, quando gli chiediamo di dirci la sua dopo la chiusura della Discoteca Orsa Maggiore, noto e storico locale che si affaccia direttamente sul lago in via Lungo Lario Piave, tra Lecco e Abbadia Lariana. Frequentatissimo dagli avventori di ogni età, chiaramente anche minorenni, nell'ultimo fine settimana è stato, suo malgrado, tra i luoghi protagonisti della rissa che ha portato all'accoltellamento di un 17enne d'Introbio; una discussione avvenuta sulla pista esterna del locale, sedata dai buttafuori e terminata dopo l'allontanamento dal locale dei protagonisti per opera di Sormani, è proseguita all'esterno dell'"Orsa" ed è sfociata nello scontro tra una ventina di persone, pare di nazionalità prevalentemente straniera, andato in scena nel parcheggio di Pradello. Avvenuto, quindi, tra due compagnie che erano appena uscite dal locale, ma fisicamente venute alle mani lontano dallo stesso. Ad accusare i danni maggiori il giovane valsassinese, intervenuto con alcuni amici per cercare di sedare il violento alterco e a sua volta aggredito da uno dei protagonisti dello stesso, poi individuato e arrestato; trasferito in ospedale, l'introbiese è stato letteralmente ricucito dai medici del "Manzoni" con svariati punti tra petto e addome.

Rinviata la cena di beneficienza

L'Orsa Maggiore rimarrà chiusa da stasera (giovedì) sino a sabato sera: sono i giorni di maggior afflusso all'interno del locale, che non effettuerà nemmeno il servizio di ristorazione per scelta diretta del titolare. A farne le spese anche la cena di beneficienza "Dance Away Parkinson's" organizzata dall'associazione "Bigfriend", rinviata di una settimana, con l'incognita del meteo come spauracchio, nonostante le tante prenotazioni già ricevute.

«Vorrei fare un discorso più ampio, non limitandomi solamente all'ultimo fatto di cronaca», esordisce Sormani nel dialogo con noi. Il suo ragionamento affonda le radici a giugno 2016, quando «ci siamo trovati in Prefettura per sottoscrivere un accordo quadro imposto dal Ministero dell'Interno (allora occupato da Angelino Alfano), in cui s'invitavano i gestori a collaborare con le forze dell'ordine per limitare gli episodi violenti e sgradevoli all'interno nei locali pubblici sparsi in tutta Italia. In base a quanto e a come viene rispettato questo accordo, i gestori dei locali pubblici venivano classificati in una sorta di graduatoria, che garantisce una maggiore tutela da parte delle FdO in correlazione a una collaborazione più elevata. Questo accordo era teso a far si che il locale lavorasse in maniera intensa con le forze dell'ordine, installando telecamere e assumendo più addetti come le indicazioni». Una prassi, questa, cui Sormani si è effettivamente adeguato nel luglio 2018, per porre un freno ai crescenti disordini che venivano settimanalmente registrati nella zona di Pradello.

Applicato il Regio Decreto del 1931

A conti fatti, un adeguamento superato dagli eventi: «Il Questore applica l'articolo 100 del Tulps (Testo Unico sulle Leggi di Pubblica Sicurezza, Regio Decreto del 1931 e aggiornamento dell'agosto 1991) per risolvere i problemi, ma ai locali rispettosi dell'accordo quadro sarebbe, teoricamente, stata evitata questa soluzione estrema». Così recita il Testo: «Oltre i casi indicati dalla legge, il Questore può sospendere la licenza di un esercizio nel quale siano avvenuti tumulti o gravi disordini, o che sia abituale ritrovo di persone pregiudicate o pericolose o che, comunque, costituisca un pericolo per l'ordine pubblico, per la moralità pubblica e il buon costume o per la sicurezza dei cittadini. Qualora si ripetano i fatti che hanno determinata la sospensione, la licenza può essere revocata. La sospensione del titolo autorizzatorio prevista dall'articolo 100 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza, approvato con regio decreto 18 giugno 1931, n. 773, non può avere durata superiore a quindici giorni; è fatta salva la facoltà di disporre la sospensione per una durata maggiore, quando sia necessario per particolari esigenze di ordine e sicurezza pubblica specificamente motivate».

Discussione annosa con le Istituzioni

La querelle con Amministrazione e Istituzioni giudiziarie non è nata in questi ultimi periodi: «Vent'anni fa c'era il problema del parcheggio, perchè l'Orsa Maggiore era soggetta ai problemi derivanti dalla gente che lasciava le macchine per strada. Allora ho realizzato un parcheggio pubblico a mie spese e da qui poco distante (si trova in cima al pendìo che conduce all'entrata), con la costruzione del relativo chiosco che il Comune affitta al gestore. Il parcheggio lo pago pure, versando un canone demaniale, visto che l'ho in concessione». Di problemi, all'interno della discoteca, ve ne sono pochi e sono perlopiù relativi all'abuso di alcolci: «La legalità nel locale è garantita, il parcheggio di Pradello è distante centinaia di metri da qua e i vigilantes vanno a controllarlo durante le loro ronde. Abbiamo istituito un servizio navetta per portare la gente dal centro alla discoteca, ma anche in quel caso i residenti si sono lamentati perchè i ragazzi fanno rumore e sporcano la zona del lungolago, stessa zona che faccio pulire da un ragazzo».

«Alcolici ai minorenni? Impossibile»

Discorso alcolici, per l'appunto: «La consumazione ai nostri bar costa dieci euro, i minorenni vengono controllati e timbrati all'ingresso. Alla domenica mattina le forze dell'ordine possono venire qui e controllare le telecamere, per verificare se serviamo sostanze alcoliche a chi non può assumerne per legge. La nostra sfortuna è essere gli ultimi della "filiera della serata", i ragazzi da noi arrivano già ubriachi e sporcano anche la ciclopedonale. Di recente ho litigato con una mamma al telefono perchè suo figlio non può più entrare in discoteca dopo che l'abbiamo trovato a fumarsi una canna sulla spiaggia. Di fronte a certi fatti rimango senza parole, non posso educare anche i figli altrui».

«Il Questore doveva dare un segnale alla città»

Finora Sormani ha evitato le multe, ma il provvedimento del Questore Guglielmino non gli va giù: «La chiusura forzata non cambia niente, a conti fatti, ma lede la mia immagine e crea un precedente pericoloso. Con il Questore ho avuto un buon dialogo, è stato gentilissimo. Il provvedimento è stato applicato perchè, a mio parere, è stato spinto da episodi simili già avvenuti in altre province. Il nostro caso è stato eclatante e lui non poteva far finta di niente di fronte alla società in cui viviamo. Guglielmino è una figura importante della città e non poteva rimanere immobile, ma è un provvedimento inutile in efficacia. Per me, i metodi di soppressione sono altri: la Polizia, ad esempio istituisce sempre il posto di blocco al benzinaio posto all'ingresso di Lecco, ma chi è un habituè sa di dover andare ad Abbadia e prendere la Statale per evitarlo. Questo è un fatto su cui si può lavorare in modo concreto», conclude Sormani.

Tra i due è anche avvenuto uno scambio d'e-mail: «Comprendo che l'opinione pubblica e altre autorità richiedevano questo alla luce di altri episodi verificatisi in passato - scrive Sormani a Guglielmino -. Noi inibiamo l'ingresso alle persone che si fanno protagoniste di comportamenti incivili e che partecipano a litigi, non somministriamo alcolici ai minori e oltre le tre di notte, nonostante gli insulti che piovono in testa ai nostri baristi [...]. Potenzieremo il nostro sistema di videosorveglianza e continueremo a presidiare la zona di nostra competenza con l'ausilio di guardie giurate, ma i problemi vanno ricercati anche in altri esercizi pubblici che si avvalgono delle promozioni "paghi due e bevi tre", applicando prezzi ridicoli; politica, questa, che noi non adottiamo. Questo provvedimento non colpisce i responsabili degli atti violenti e non dà segnali ai frequentatori, ma punisce solo me e l'Orsa Maggiore. La stima nei suoi confronti rimane comunque». Aspetti, questi, che lo stesso Sormani ha ribadito a più riprese anche nel corso dell'intervista.

La solidarietà sui social

Nel frattempo, sui social network è stato varato l'hastag #IOSTOCONORSA, spesso accompagnato dalla notizia dell'ultimo accoltellamento avvenuto nel Lecchese, nello specifico a Paderno d'Adda.

Giovedì 27 l'Orsa Maggiore riaprirà alla propria clientela, con i riflettori dell'opinione pubblica puntati su Sormani e sul suo locale.

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