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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Corso Giacomo Matteotti

Si è spento un pezzo di storia del Rione di Castello: oggi l'ultimo saluto ad Alfredo Bettonagli, il "signor Filet"

La chiesa parrocchiale intotolata ai santi Gervaso e Protaso ospiterà la cerimonia funebre dell'uomo, spentosi domenica sera alla clinica "Talamoni" all'età di 87 anni

Domenica a mezzogiorno si è perso un pezzo del rione di Castello sopra Lecco. A 87 anni si è spento Alfredo Bettonagli, per tutti il "signor Filet", scomparso alla clinica Talamoni e i cui funerali saranno celebrati nel pomeriggio odierno, martedì 29 gennaio, alle ore 14.30 presso la Chiesa Parrocchiale intitolata ai santi Gervaso e Protaso, in via Fogazzaro, 26.

Una perdita che ha segnato profondamente il quartiere, di cui Alfredo, marito di Armanda, papà di Luciano, Elena e Maura, nonno di due nipoti, era sempre stata una delle anime più vive e conosciute. In primis per il lungo lavoro condotto all'interno della salumeria e del ristorante "Filet", all'angolo tra corso Matteotti e via Fogazzaro, nomignolo derivato dalla professione del nonno, ciabattino. Poi, agli inizi del Novecento, l'avvio di una storia che prosegue a gonfie vele anche ai giorni nostri: Giovanni Villa, nonno di Alfredo, aprì la bottega del rione, molto frequentata dai "tirabagia" (operai del ferro) e dai viandanti dell'epoca.

salumeria osteria filet foto d'epoca-2Passata di mano alla figlia Giuseppina, ebbe poi una decisa spinta in avanti proprio grazie ad Alfredo, che ebbe l'intuizione di trasformare l'osteria in ristorante e, una volta avviata, la diede in gestione negli anni Settanta alla famiglia Cermenati, un legame proseguito per tre decadi e condito dal cambio di nome del locale. In parallelo, Bettonagli ha lavorato in salumeria sino alla cessione alla figlia Elena e al marito Alberto, avvenuta tra gli anni Novanta e Duemila; da pochi anni (2014), salumeria e ristorante sono tornati a essere di proprietà delle stesse persone e quest'ultimo ha riassunto la vecchia denominazione "Filet", condotto oggi da Christian Butti.

«Era un innovatore»

«Mio papà era straconosciuto, perchè era sempre in giro per Valsassina, Valtellina e Brianza  - lo ricorda il figlio Luciano, raccogliendo il pensiero di tutta la famiglia -. Si è sempre inventato un sacco di cose, è stato innovatore in tanti settori. E' stato il primo, per esempio, a portare jukebox e flipper negli anni Settanta nei bar. Il suo amore più grande, comunque, era quello per la Calcio Lecco 1912, perchè quando era in Serie A il negozio era praticamente un club, frequentatissimo dai giocatori e dai dirigenti di quell'epoca e anche di quelle successive. Avevo cinque anni quando vedevo entrare gli atleti in bottega, era la loro seconda casa; li ho conosciuti praticamente tutti, perchè era il primo posto in cui andavano dopo l'allenamento. Quello che ha fatto mio papà nel quartiere non so chi sia riuscito e chi riuscirà a farlo».

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