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Domenica, 24 Settembre 2023

Metodo classico, ex militare colluso e colpi anche con i padroni in casa: fermata la banda che ha terrorizzato la Brianza (e non solo)

Cinque i ladri seriali che sono accusati di aver commesso ben 47 furti. La frazione Sartirana di Merate era una delle loro mete preferite

Si è chiusa la lunga attività sul campo di una banda di ladri particolarmente impegnata in Brianza. Nella nottata tra martedì 15 e mercoledì 16 giugno i Carabinieri della Compagnia di Merate hanno dato esecuzione a un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di un cittadino italiano e 4 albanesi, di età compresa tra i 29 ai 56 anni, eseguita tra Verona e Canonica d’Adda (Bergamo). Tutti e cinque sono indiziati a vario titolo di ben 47 furti in abitazione, consumati e anche solo tentati, tutti avvenuti da novembre 2020 a giugno 2021 in vari paesi del Meratese e della limitrofa Bergamasca: in particolare sono stati colpiti i comuni di Merate, Imbersago, Montevecchia, Olginate, Calco, Valghegrentino, Garlate, Calolziocorte, Carenno e Villa d’Adda. Altre tre persone, un uomo ed una donna di nazionalità albanese e una di nazionalità rumena, sono state invece denunciate in stato di libertà perché, pur essendo ritenute complici in alcuni episodi, hanno svolto ruoli minori.

«Si reputa sia la banda che ha imperversato nei mesi scorsi nella frazione Sartirana di Merate e aveva suscitato parecchio allarme sociale», spiegano i carabinieri coordinati dal Capitano Domenico Cerminara, Comandante della Compagnia. Proprio da quegli episodi lo scorso novembre sono partite le indagini dell’Aliquota Operativa della Compagnia, eseguite in collaborazione con i colleghi della Stazione di Merate, condotte in maniera tradizionale con lunghi appostamenti, affiancati da accertamenti di tipo tecnico, sotto la costante direzione della Procura della Repubblica di Lecco, che, dopo aver acquisito i risultati delle indagini, ha formulato al Gip del Tribunale di Lecco la richiesta di emissione dell'ordinanza di custodia cautelare.

Colpivano con i proprietari in casa

«Il capillare controllo del territorio delle pattuglie discretamente dispiegate, con colori d’istituto e civili», anche con il supporto delle Squadre d’Intervento Operativo del 3° Reggimento CC “Lombardia”, «ha permesso nei mesi scorsi di focalizzare l’attenzione su alcuni mezzi sospetti parcheggiati in zona», di cui è stato accertato in seguito il loro utilizzo per compiere i furti, non direttamente riconducibili ad alcuni degli indagati. Questi erano tutti di fatto tutti senza fissa dimora, ma, «nonostante ciò abbia reso più difficili le investigazioni», sono state individuate delle abitazioni in appoggio, tutte rintracciabili in Comuni non distanti dalle zone verso cui poi gli stessi si dirigevano per compiere le loro razzìe. Gli orari preferiti per compiere gli atti malavitosi erano quelli della fascia tardo pomeridiani in inverno, in cui si poteva approfittare dell’oscurità e dell’assenza delle persone da casa, mentre l'arrivo dell'estate ha spinto i malviventi a colpire a notte fonda. Nonostante il timore di essere controllati dalle Forze dell’Ordine, i fermati hanno più volte sfidato il lockdown dettato dal Covid-19 e non si sono fatti troppi scrupoli di essere scoperti dai proprietari che dormivano in casa. Gli arresti disposti dall’Autorità Giudiziaria hanno permesso d'interrompere una spirale di furti che sarebbe continuata ad andare avanti e si sarebbe potuta acuire con il periodo vacanziero estivo considerato il fatto che le persone individuate, non avendo interesse a trovare un lavoro stabile, si erano dedicati all'attività predatoria a tempo pieno.

Come agivano i ladri

Classiche le modalità d’azione. Una volta individuato l’obiettivo, i ladri cercavano di fare ingresso nelle abitazioni utilizzando vari attrezzi da scasso, che poi, al termine dei furti, venivano nascosti in diversi luoghi per eludere i controlli di polizia. Tre degli indagati sono stati fermati in autostrada, nei pressi di Verona, mentre si stavano allontanando in macchina per recarsi temporaneamente all’estero, mentre altri due sono stati sorpresi in una delle abitazioni in uso. Nel contesto sono stati rinvenuti e sottoposti a sequestro numerosi arnesi da scasso e la somma totale in contanti di circa cinquemila euro, «ritenuta parte del provento delle attività illecite». Sono in corso accertamenti sui canali di ricettazione della merce rubata. È stato stimato che, approssimativamente, il valore della refurtiva asportata si aggiri intorno agli oltre centomila euro.

Alla vicenda si aggiungono anche due particolari singolari. L’italiano destinatario dell’ordinanza, il 56enne A.D., in passato era stato un poliziotto penitenziario, poi tratto in arresto poiché accusato di essere colluso con alcuni detenuti, ai quali aveva procurato cellulari e degli stupefacenti. Lo stesso, da agosto 2020, percepisce il reddito di cittadinanza. «Verranno avviate le procedure con la competente Direzione Provinciale dell’Inps per l’immediata revoca del beneficio», spiegano dalla Compagnia. Gli arrestati sono stati condotti nelle carceri di Verona e Bergamo, in attesa dell’interrogatorio di garanzia da parte del Giudice per le Indagini Preliminari.

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