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Le indagini proseguono / Belledo / Via Eremo, 27

Tragedie a Lecco: fissate la autopsie di Antonia e Maria

Proseguono le indagini delle forze dell'ordine sui casi che hanno scosso la città nella mattinata di lunedì

La settimana lecchese si è aperta con due tragedie. Nella notte tra domenica 5 e lunedì 6 febbraio hanno perso la vita Antonia Vacchelli, 86 anni, e Maria Cristina Janssen, 65 anni: la donna più anziana è stata strangolata dal marito all'interno della loro abitazione di via dell'Eremo, 26H, mentre la più giovane è stata ritrovata all'interno della sua auto immersa nelle acque del lago a Rivabella. Nel primo caso la dinamica è stata sufficientemente chiara sin da subito: Umberto Antonelli, coetaneo di Antonia, ha messo fine ad anni di sofferenza - fisica per dei forti dolori alle ossa, ma anche mentale - tra le mura domestiche, come riferito dallo stesso ai titolari delle indagini per omicidio; per quanto riguarda il ritrovamento del cadavere della psicologa e scrittrice, in prima battuta il procuratore Ezio Domenico Basso non ha voluto scartare aprioristicamente alcuna ipotesi.

Fissate le autopsie di Antonia Vacchelli e Maria Cristina Janssen

In entrambi i casi è stata disposta l'autopsia, volta a chiudere i casi. La salma di Antonia Vacchelli verrà analizzata oggi, mercoledì 8 febbraio, dal medico legale come disposto dal sostituto procuratore Pasquale Gaetano Esposito; il marito è stato trasferito presso il carcere di Pescarenico, atto voluto per evitare che possa commettere dei gesti estremi, e a breve sosterrà l'interrogatorio di garanzia. La giovane nipote nel frattempo ha scritto un post sui social - visibile a tutti - “in onore del nonno, che ha mandato a puttane la sua vita compiendo forse, paradossalmente, l'ultimo gesto d'amore che potesse fare.Il bene nei suoi confronti resta tale e quale”, ricordando come la nonna fosse “una persona anziana allettata” e che “dopo più di 11 ore trascorse in ospedale in completa solitudine è stata mandata a casa con una ricetta impegnativa del "prenda una Tachipirina ogni 8 ore"; parole scritte “per rendere giustizia. Ciao nonna, ti porto nel cuore. Ciao capo, ti aspetto fuori”.

Per quanto riguarda il caso relativo alla morte di Maria Cristina Janssen, recentemente tornata a vivere nella sua Milano dopo i circa sedici anni passati a Campiglia Marittima (Livorno), si attendono i risultati che arriveranno in seguito all'autopsia fissata per la giornata di giovedì e disposta dal procuratore Basso. Sul corpo della 65enne non sono stati riscontrati segni di violenza e gli indizi portano verso il gesto volontario: sulle ginocchia sono state ritrovate delle ecchimosi, ma le indagini del medico legale si dovrebbero concentrare soprattutto sui polmoni per decretare con certezza se la morte sia avvenuta per annegamento o meno.

Varie, intanto, sono le realtà di Campiglia Marittima che l'hanno ricordata: “Persona di grandi doti umane e professionali, colta e sensibile, ha partecipato attivamente alla vita culturale e sociale del nostro territorio e del nostro comune dove, nel novembre scorso, aveva presentato il suo nuovo romanzo "I rami e le foglie"”, ha scritto l'amministrazione comunale della località toscana dove Maria aveva vissuto a lungo, distinguendosi anche per il proprio attivismo a livello sociale, soprattutto nelle dinamiche legate alla solidarietà verso gli ultimi, migranti compresi, come ricordato dalla Rete solidale e antirazzista di Piombino.

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