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Cronaca Ballabio

Ballabio ricorda gli orrori dell'Olocausto e delle Foibe

Sul palco anche il nipote di Pino Galbani. Consonni fa proprie le parole di Scalfaro: «Delitto distinguere morti da morti»

Una serata coinvolgente, ricca di momenti toccanti suscitati dalle note del pianoforte e dalle poesie dedicate a due immani tragedie del nostro tempo: l'Olocausto e le Foibe. Il 3° Concerto della Rimembranza, svoltosi ieri nell'aula consiliare e riferito alle ricorrenze della Giornata della Memoria e del Giorno del Ricordo, si è confermato come appuntamento di significativo valore sociale, artistico e letterario. Presente all'incontro Oscar Galbani, nipote di Pino Galbani, deportato ballabiese nel lager di Mauthausen.

L'incontro, aperto dalle parole del sindaco Alessandra Consonni e del parroco don Gianbattista Milani, è stato incentrato sul tema del "Tributo al dolore", rappresentato da una selezione di significativi brani musicali e letterari: al pianoforte il maestro Alberto Minonzio con impeccabili esecuzioni di classici immortali, al leggio Anna Cugnaschi, responsabile della biblioteca comunale, coi vibranti versi dedicati alle vittime di tanto orrore.

«Nel nostro Comune - ha detto il sindaco - viviamo le giornate della Memoria e del Ricordo in un unico appuntamento, non solo perchè queste due ricorrenze sono state istituite, con leggi della Repubblica italiana, in due date ravvicinate, il 27 gennaio e il 10 febbraio, ma anche e soprattutto perchè siamo convinti che entrambe le celebrazioni, pur nella evidente diversità delle proporzioni, abbiano il medesimo comun denominatore: la disumana ferocia dei carnefici, la disumana sofferenza delle vittime».

Consonni ha evocato l'Olocausto nazionalsocialista, «uomini donne e bambini, scheletriti, usati come bestie da lavoro o cavie da esperimento, privati di ogni dignità, sottoposti a strazianti torture, prima di essere destinati, in gran parte alla cosiddetta soluzione finale, la via del camino» e le Foibe dei comunisti slavi, altri «uomini, donne e bambini, legati a coppie col fil di ferro e scaraventati, spesso ancora vivi, dopo aver subito oscene sevizie, nelle profonde cavità carsiche, lasciati lì, ad agonizzare su montagne di altri moribondi, presto coperti da nuovi innocenti gettati negli stessi crepacci finchè una morte lenta e disumana non sopraggiungesse».

Di fronte a tanta ferocia, il sindaco ha evocato le parole pronunciate, nel febbraio 1993, dall'allora presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro, quando si recò alla Foiba di Basovizza e al lager italiano della Risiera di San Sabba: «Non facciamo il delitto di distinguere morti da morti, sofferenza da sofferenza». Alessandra Consonni si è quindi rivolta a Oscar Galbani, «che anche stasera è con noi, e tra pochi giorni conto di poter dare a lui e ai concittadini la notizia della scelta che farà questo paese per onorare la memoria delle sofferenze patite nel lager dallo zio Pino Galbani e della sua testimonianza civile».

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