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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Beni confiscati alle Mafie: il progetto di Marco Galbiati al 2° posto

«Mio figlio aveva un sogno: diventare Chef, aprire un suo ristorante e farne una catena. Io voglio realizzare questo suo sogno»

Una scuola/impresa di perfezionamento di alto livello per gli studenti diplomati alla scuola alberghiera tra le mura di un bene sequestrato alle mafie. Il progetto, selezionato da Regione Lombardia nel "Festival delle idee per un uso innovativo dei beni confiscati alla mafia", è stato presentato da Marco Galbiati, ideatore e padre del giovane Riccardo, scomparso a soli 15 anni, vittima di un malore fatale sulle piste da sci.

«Mio figlio aveva un sogno: diventare Chef, aprire un suo ristorante e farne una catena. Per questo frequentava la scuola alberghiera di Casargo - ha esordito Galbiati - e io voglio realizzare questo suo sogno. Come? Realizzando una scuola/impresa per Chef proprio in uno dei beni sequestrati alle mafie».

Il progetto prevede, quindi, la creazione di una scuola di perfezionamento di alto livello, ma con una marcia in più: i ragazzi e le ragazze saranno i protagonisti, amministrando la scuola/impresa in ogni aspetto, compresa la gestione economica.

«La scuola/impresa permetterà a chi la frequenta di perfezionarsi ulteriormente, ma anche di imparare a gestirsi dal punto di vista imprenditoriale, così da poter entrare nel mercato del lavoro con una preparazione migliore e con le spalle più larghe - ha concluso Galbiati - Il desiderio è evitare che questi ragazzi e queste ragazze finiscano a lavare i piatti o debbano andare all'esterno perché qui non hanno i mezzi per emergere».

«Questo progetto è significativo non solo perché prevede di riutilizzare a favore dei giovani i beni sequestrati alle mafie, ma anche perché nasce da un grande dolore che ha colpito l'imprenditore lecchese Marco Galbiati, una persona che da un fatto drammatico sta facendo rinascere la speranza, attraverso diverse iniziative ideate e portare avanti in nome e in memoria del figlio Riccardo», ha commentato Mauro Piazza, consigliere regionale lecchese.

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