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Alto Lago e Brianza, "forestale" al lavoro contro il bracconaggio: fermate tre persone, rischiano arresto e pesante ammenda

Qualche giorno fa due persone sono state scoperte all'interno del Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone, mentre l'ultimo episodio si è verificato a Dervio

Il personale della Stazione Carabinieri Forestale di Dervio, durante un servizio di controllo del territorio, ha denunciato alla Procura della Repubblica di Lecco un uomo che aveva posizionato delle trappole attive per la cattura dell’avifauna, utilizzando anche richiami vivi costituiti da uccelli appartenenti a specie protette. L’indagato è stato segnalato all’Autorità Giudiziaria anche per l’utilizzo di mezzi vietati per l’attività venatoria. Il fatto è avvenuto all’interno del terreno di proprietà del trasgressore, rintracciabile in località Laghetto in comune di Colico.

Gli agenti, come mostrato nel filmato in apertura, hanno provveduto alla disattivazione delle trappole, al loro sequestro e alla liberazione degli animali detenuti illegalmente. I volatili erano costituiti da due verdoni (Carduelis chloris) e un frosone (Coccothraustes coccothraustes) ed erano confinati in tre piccole gabbie metalliche. L’indagato rischia l’arresto, la conseguente detenzione da due a otto mesi o l’ammenda fino a 2000 euro, come quanto previsto dalla legge 157 del 1992.

carabinieri colico 27 ottobre 2020 2-2

L'altro caso: fermati due bracconieri

Solo qualche giorno prima era stata portata a termine un’attività analoga, condotta dalla Stazione Carabinieri Forestale di Lecco che, dopo una costante attività di sorveglianza, ha individuato e denunciato due bracconieri per caccia illegale all’interno dell’area naturale protetta del Parco Regionale di Montevecchia e della Valle del Curone, nel territorio comunale di Lomagna. I due erano stati sorpresi mentre attraversavano l’area protetta in atteggiamento venatorio. In questo caso la pena stabilita dalla normativa vigente prevede l’arresto fino a sei mesi e l’ammenda da 464 euro a 1.549 euro.

Cosa dice la normativa

L’attività venatoria è disciplinata in Italia dalla Legge 157 del 1992 che tutela la fauna selvatica omeoterma (mammiferi e uccelli) presente sul territorio nazionale e recepisce le direttive europee concernenti la conservazione degli uccelli selvatici (direttiva 2009/147/CE)  e degli habitat (direttiva 92/43/CEE).

La legge 157/1992 delinea un quadro generale per la tutela della fauna selvatica, considerata ‘patrimonio indisponibile dello Stato’. L’attività venatoria è consentita in deroga a questa tutela generale e può essere svolta solo nel rispetto delle limitazioni dettate dalla legge stessa (specie cacciabili, mezzi e periodi consentiti, etc). Il non rispetto dei divieti imposti da queste limitazioni può costituire sia illecito penale, sia amministrativo, a seconda dell’infrazione commessa.

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