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Le indagini in tutta Italia

Le mani della camorra sugli appalti delle Ferrovie: arresti nel Lecchese

L'inchiesta partita da Napoli riguarda il potente clan dei Casalesi, con l'affiliazione alla fazione di Francesco Schiavone

Gli interessi dei Casalesi arrivano fino al Lecchese. Gli affari del potente clan camorristico questa volta riguardano gli appalti per i servizi della rete ferroviaria e di pavimentazione stradale. Nella mattinata di martedì 3 maggio, su delega della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli, ufficiali e agenti di polizia giudiziaria della Direzione Investigativa Antimafia di Napoli, del Comando Provinciale dei Carabinieri di Caserta e del Nucleo Investigativo Centrale del Dap hanno dato esecuzione ad ordinanze di applicazione di misure cautelari personali nei confronti di 35 persone: 17 di queste sono finite in carcere, altrettante sono state relegate agli arresti domiciliari e un'ultima persona ha il solo obbligo di presentazione alla Polizia giudiziaria. Non solo: sono stati eseguiti i decreti di sequestro preventivo di beni mobili e immobili per un valore complessivo stimato in circa 50 milioni di euro.

I provvedimenti cautelari, eseguiti nelle province di Napoli, Caserta, Roma, Bari e Lecco sono state emessi, in due distinti procedimenti, dal Giudice per le indagini preliminari su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia nei confronti di persone gravemente indiziate, a vario titolo, nell'ambito delle indagini finalizzate alla ricostruzione di condotte e interessi riconducibili alla potente organizzazione mafiosa in settori economici di grande rilievo, come quelli relativi agli appalti per i servizi della rete ferroviaria e di pavimentazione stradale. Secondo gli investigatori è stata accertata la partecipazione al clan dei Casalesi e, più nello specifico, alla fazione capeggiata dal detenuto Francesco Schiavone, oltre a reati come estorsione, intestazione fittizia di beni, turbativa d'asta, corruzione e riciclaggio, con l'aggravante della agevolazione mafiosa.

Le accuse per l'avvocato

Gli accertamenti patrimoniali svolti dal Centro Operativo di Napoli della Dia, in collaborazione con il Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Caserta, hanno consentito di individuare complessi meccanismi di riciclaggio e d'illecita interposizione negoziale, come quelli considerati per procedere con il sequestro preventivo di quote societarie e immobili. Contestualmente, è stata eseguita dai Carabinieri di Caserta un'altra misura cautelare, emessa in un separato procedimento, nei confronti di un avvocato e del responsabile di un'agenzia bancaria: secondo l'accusa i due sono gravemente indiziati di aver rivelato a uno degli indagati l'esistenza delle indagini.

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