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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Cesana Brianza

«Riciclava denaro per la 'ndrangheta»: chiusa la società di consulenza Polito Service

Mario Polito, titolare dell'attività lecchese, si trova attualmente in carcere per reati legati agli stupefacenti

Un altro provvedimento antimatia, l'ennesimo dell'ultimo periodo, colpisce un'attività lecchese. Questa volta il filone di riferimento è quello legato all'inchiesta anti-'ndrangheta "Cardine Metal Money" recentemente portata a termine dalle forze dell'ordine. Nella giornata di martedì 13 aprile il Prefetto Castrese De Rosa ha emesso un'interdittiva nei confronti dell’impresa individuale "Polito Service di Polito Mario", attiva a Cesana Brianza e operante nel settore della consulenza in materia amministrativa.

Il titolare, già gravato da diverse condanne e denunce di polizia, è detenuto in carcere dallo scorso 23 marzo con l'accusa di produzione, traffico e detenzione illecita di sostanze stupefacenti o psicotrope avvenuta al termine della corposa indagine "Tullac" condotta dalla Guardia di Finanza di Lecco. L'uomo è risultato significativamente collegato anche alla recente indagine "Cardine Metal Money" quale rappresentante legale della "Sara Srl". Nel 2014 Polito è stato tratto in arresto con l'accusa di tentato omicidio poiché coinvolto, unitamente al fratello, nella sparatoria avvenuta ad Annone Brianza all’interno della sede della "Sara", nel corso della quale è stato ferito un cittadino di nazionalità algerina.

I legami con la 'ndrangheta

Nel corso degli anni, l'uomo, classe 1986, è stato coinvolto in numerose vicende giudiziarie legate al traffico di droghe e al riciclaggio delle ingenti somme di denaro che venivano incassate dall'attività illegale, tutto commesso in seno «a organizzazioni di stampo ‘ndranghetista di elevato spessore criminale», come riferito dalla Prefettura di Lecco.

«Com'è possibile vedere, stiamo lavorando intensamente - ha affermato il Prefetto De Rosa - per ripulire il territorio provinciale dalle infiltrazioni della criminalità organizzata che, in questo territorio, opera sotto traccia, senza gesti particolarmente eclatanti, e che tuttavia si  innerva nel tessuto imprenditoriale, contaminandolo». Sale a ventuno il numero delle interdittive antimafia adottate dalla Prefettura negli ultimi due anni, di cui dieci soltanto negli ultimi cinque mesi, «a conferma di un’attività che si va sempre più intensificando nel territorio lecchese».

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