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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Antonio Rossi sul "Bione": «Una vicenda triste, Regione pronta a collaborare»

«Rischiano di farne le spese le associazioni e i cittadini», ha detto il lecchese, assessore regionale allo sport

«Quella del centro sportivo al Bione è veramente una vicenda triste. Se non fosse una ferita per la nostra comunità si potrebbe speculare politicamente, invece visti gli esiti si può solo parlare di fallimento per la città e correre ai ripari il più presto. Rischiano di farne le spese le tante associazioni che svolgono le proprie attività nel centro sportivo e i tanti cittadini in possesso anche di abbonamenti annuali, che rischiano di essere privati di un luogo dove fare sport». Così, Antonio Rossi commenta la (ormai imminente) chiusura del centro polisportivo "Al Bione", ricostruendo la storia della struttura dal 2014 ad oggi, gennaio 2017.

«Come Regione – ha aggiunto Rossi, assessore regionale allo sport - abbiamo fatto di tutto per evitare un esito simile, scegliendo la strada della collaborazione con l'amministrazione locale pur comprendendo le difficoltà e i vincoli di bilancio a cui tutti gli enti sono soggetti da molti anni. Dopo essermi insediato abbiamo aiutato l'amministrazione comunale, attraverso un confronto serio e costruttivo con Arpa, a sbloccare l'annosa vicenda del sottosuolo, della possibile presenza di agenti contaminanti, che di fatto bloccava qualsiasi intervento sul Bione. Superato questo primo ostacolo abbiamo fortemente voluto inserire nell'avviso di manifestazione d'interesse sul parternariato pubblico-privato anche l'impiantistica sportiva. Grazie a questa decisione il Bione nel 2014 è stato scelto come progetto pilota attraverso una manifestazione d'interessi fatta dall'assessorato al bilancio della Regione rivolta a tutti i comuni della Lombardia. Il comune di Lecco ed in particolare la riqualificazione del Bione erano stati scelti per due motivi: la proprietà comunale dell'area dove sorge il centro sportivo e l'impegno a sostenere l'investimento per circa il 50% a fondo perso da parte del comune. L'impegno di Regione prevedeva che Finlombarda svolgesse gratuitamente il ruolo di global advisor (con il supporto di consulenti tecnici e legali) a favore del Comune di Lecco per realizzare lo studio di fattibilità e successivamente tutta la documentazione di gara per la ricerca del miglior investitore privato».

«Nel frattempo – ha ricordato - sono arrivate le elezioni e la nuova Giunta ha voluto apportare modifiche al progetto iniziale. Il nuovo assessore, sicuramente mosso dall'entusiasmo e dall'intenzione di dare il meglio alla cittadinanza, ha richiesto di modificare il progetto iniziale a Finlombarda. Il professionista scelto da Finlombarda ha infatti realizzato varie versioni di studi di fattibilità per assecondare le richieste dell'amministrazione e cercare di rendere sostenibile l'operazione, in quanto la stessa Finlombarda era disponibile a facilitare l'accesso al credito per l'eventuale interlocutore privato. Il risultato è stato quello di perdere mesi preziosi fino a quando, ad aprile 2016, è cambiato il codice degli appalti che ha ridotto qualsiasi forma di contributo pubblico al 30% della spesa totale, una misura voluta dal Governo che metterà a rischio l'intero sistema dell'impiantistica sportiva. Questo ha ovviamente complicato l'intero iter visto che inizialmente, per renderlo sostenibile agli operatori, il progetto pilota prevedeva un contributo pubblico a fondo perso che arrivasse fino al 50%».

«Il resto è storia recente, con la farsa di questi giorni che si poteva evitare facilmente, pubblicando già a luglio 2016 l'Avviso predisposto da Finlombarda per l'individuazione del promotore che avrebbe consentito di non chiudere il centro sportivo in attesa della pubblicazione del bando per l'assegnazione definitiva della concessione del Bione. Il risultato finale - ha concluso Rossi - è il rischio concreto di avere sabato il centro sportivo chiuso. Noi comunque siamo pronti, come lo siamo stati in passato, a collaborare per ridare alla città un centro sportivo adeguato alla nostra storia».

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