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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Confartigianato Lecco avverte: la Rai fa stalking alle imprese

Dopo il 2012 Rai ci ritenta, ma gli apparecchi aziendali privi di sintonizzatori, e quindi non adattabili alla ricezione, non sono soggetti ad alcun canone

Ci aveva già provato nel 2012, sommergendo le imprese italiane con migliaia di bollettini per il pagamento del canone speciale. A due anni di distanza, la RAI torna di nuovo all’attacco sostenendo che le “vigenti disposizioni normative” impongono l’obbligo del pagamento del canone di abbonamento speciale per chi detiene, al di fuori dell’ambito familiare, apparecchi “atti o adattabili” alla ricezione delle trasmissioni televisive.

Confartigianato Lecco ha diffuso a tal proposito una nota per spiegare a tutte le imprese i termini della questione, al fine di evitare che le aziende siano indotte a pagare quest’ennesimo balzello, peraltro non dovuto nella stragrande maggioranza dei casi.
Il messaggio della RAI, per la sua perentorietà, rischia infatti di spingere numerosi imprenditori, per nulla tenuti al pagamento del canone speciale, ad assolvere quest’obbligo basato sulla teorica eventualità dell’accesso a un servizio, piuttosto che sull’utilizzo reale.

Confartigianato ribadisce quanto già chiarito in precedenza nel corso di incontri specifici con la Rai: l’obbligo di un abbonamento speciale riguarda solo gli apparecchi muniti di sintonizzatore, escludendo quindi i diversi strumenti di lavoro quali computer, telefoni cellulari e similari che ricevono programmi televisivi attraverso la connessione Internet. Ne deriva che un apparecchio privo di sintonizzatori operanti nelle bande destinate al servizio di radiodiffusione non è né atto né adattabile alla ricezione, e di conseguenza non è soggetto ad alcun canone. Occorre invece pagare nel caso di un televisore munito di sintonizzatore, anche se viene utilizzato in ditta solo per visionare Dvd o diffondere filmati promozionali.
Confartigianato Lecco raccomanda  alle imprese di prestare attenzione e di verificare se gli apparecchi utilizzati in ambito aziendale appartengano alla tipologia descritta nella lettera della Rai: in tutti gli altri casi, non è dovuto alcun pagamento.

Ci aveva già provato nel 2012, sommergendo le imprese italiane con migliaia di bollettini per il pagamento del canone speciale. A due anni di distanza, la Rai torna di nuovo all’attacco sostenendo che le “vigenti disposizioni normative” impongono l’obbligo del pagamento del canone di abbonamento speciale per chi detiene, al di fuori dell’ambito familiare, apparecchi “atti o adattabili” alla ricezione delle trasmissioni televisive.
Confartigianato Lecco ha diffuso a tal proposito una nota per spiegare a tutte le imprese i termini della questione, al fine di evitare che le aziende siano indotte a pagare quest’ennesimo balzello, peraltro non dovuto nella stragrande maggioranza dei casi.

Il messaggio della Rai, per la sua perentorietà, rischia infatti di spingere numerosi imprenditori, per nulla tenuti al pagamento del canone speciale, ad assolvere quest’obbligo basato sulla teorica eventualità dell’accesso a un servizio, piuttosto che sull’utilizzo reale.
Confartigianato ribadisce quanto già chiarito in precedenza nel corso di incontri specifici con la RAI: l’obbligo di un abbonamento speciale riguarda solo gli apparecchi muniti di sintonizzatore, escludendo quindi i diversi strumenti di lavoro quali computer, telefoni cellulari e similari che ricevono programmi televisivi attraverso la connessione Internet. Ne deriva che un apparecchio privo di sintonizzatori operanti nelle bande destinate al servizio di radiodiffusione non è né atto né adattabile alla ricezione, e di conseguenza non è soggetto ad alcun canone.

Occorre invece pagare nel caso di un televisore munito di sintonizzatore, anche se viene utilizzato in ditta solo per visionare DVD o diffondere filmati promozionali.

Confartigianato Lecco raccomanda  alle imprese di prestare attenzione e di verificare se gli apparecchi utilizzati in ambito aziendale appartengano alla tipologia descritta nella lettera della Rai: in tutti gli altri casi, non è dovuto alcun pagamento.

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