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Cronaca Olginate

Consonno, anche "La Repubblica" sulle tracce della città fantasma

La piccola frazione di Olginate è tornata in questi giorni alla ribalta nazionale grazie ad un'inchiesta di Repubblica

Consonno rappresenta da tanti anni un angolo di storia abbastanza misteriosa per Lecco e la sua provincia.
La piccola frazione di Olginate, infatti, dagli anni '60 ad oggi ha avvolto il suo nome nel mistero, scatenando ciclicamente l'interesse anche delle testate giornalistiche nazionali.

“Tutto quello che poteva fare l’amministrazione- ci spiega il Sindaco di Olginate Rocco Briganti -  l’ha fatto nel piano di governo del territorio, il tutto  per cercare rientrare nella tradizione del luogo. Consonno ha una dimensione del tutto privata ed è difficile interloquire con i detentori della proprietà. Parliamo di una situazione in stallo da quasi 40 anni ed è estremamente difficile metterci mano. Ad oggi non c’è molto molto da dire”.

Chiuque vorrà intervenire dovrà in ogni caso far riferimento al comune di Olginate per determinare le modalità di intervento. “Dal punto di vista amministrativo è molto complicato fare qualsiasi tipo di intervento. E’ una frazione molto distante da Olginate”.

Qualora Consonno dovesse riprendere vita Olginate potrebbe beneficiarne? “Siamo tutti molto interessati che si metta mano a Consonno, il tutto chiaramente nel rispetto del piano di governo del territorio. E’ chiaro che la situazione non dipende da noi, ma da un interlocutore molto particolare”.
 

Andiamo con ordine: il paese ha da sempre avuto una storia tormentata, viste i continui riconoscimenti e soppressioni degli stessi procedimenti da parte di Como, cui il comune era annessa.

Nel 1928 fu il regime fascista ad annettere il comune ad Olginate, seguendo quella che era stata l'idea napoleonica.

La "svolta" si ebbe nel 1962, quando fu l'industriale Mario Bagno ad acquisire la società che controllava il borgo, demolendolo quasi totalmente (rimasero la chiesa di San Michele e poco altro) e costringendo gli abitanti ad andarsene. Lo scopo? Realizzare un enorme centro commerciale ed un parco divertimenti come nel Paese dei Balocchi, facilmente raggiungibile da Milano.

Venne realizzata la strada di collegamento con Olginate, una galleria commerciale in stile arabo con minareto, una pagoda cinese, un castello medievale come porta di ingresso, oltre a un albergo di lusso.

Consonno

Tra gli anni '60 e '70 sembra davvero che Consonno possa diventare il piccolo diamante dell'Italia, tantissimi erano i visitatori comuni ed anche i vip, tra cui Pippo Baudo, Milva e Mina, iniziarono ad affacciarsi in paese. Nelle idee di Bagno c'è ancora molto da realizzare: campi da pallacanestro, calcio, minigolf, un giardino zoologico ed un circuito automobilistico.

L'errore fondamentale era però alle porte: l'imprenditore decise di eliminare una collina per rendere migliore la vista sul monte Resegone, aprendo così la strada alle alluvioni del 1966 e dell'anno successivo.
La mazzata decisiva arrivò nel 1976: una frana ostruì la strada di collegamento da Olginate, segnando la morte commerciale di Consonno.

Da quel momento in poi, i pochi episodi di "vita", nonostante qualcuno sia rimasto in paese, parlano di rave party organizzati nel luogo, l'ultimo proprio qualche settimana fa, oppure di giovani che sfruttano l'alone di mistero della frazione per scattare foto da pubblicare sui profili social.

La presenza di Ferruccio, l'unico abitante rimasto, viene rinsaldata dalla messa che si celebra la domenica alle 10 e dal bar "Spinada", che dopo la funzione distribuisce vino e castagne.

Il futuro potrebbe però riservare una speranza: pare che un gruppo americano faccia sul serio ed abbia i mezzi economici per riportare Consonno al suo antico splendore, lo stesso sindaco di Olginate Briganti si è detto stupito dalla serietà mostrata dai possibili acquirenti, mentre l'associazione Amici di Consonno tende a mantenere la sua diffidenza.

Non resta che restare a guardare ed aspettare.

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