Coronavirus, il punto: numero di tamponi ai minimi storici, 21 casi di positività nel Lecchese
In regione Lombardia continuano a diminuire i ricoverati in terapia intensiva (-5) e nei reparti (-40). A fronte di 8.161 tamponi effettuati sono 863 i nuovi positivi (10,5%). I guariti/dimessi sono 5.104
I dati del contagio sono stabili, rispetto agli ultimi giorni, in Lombardia, anche se nel Lecchese in proporzione ai tamponi effettuati rimangono stabili. Covid-19, nelle ultime ventiquattro ore in regione sono stati effettuati quasi 12mila tamponi, con numero di positività nel Lecchese pari a 69. Il totale delle persone contagiate nella nostra provincia da inizio pandemia sale così a quota 13.531.
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In regione Lombardia continuano a diminuire i ricoverati in terapia intensiva (-5) e nei reparti (-40). A fronte di 8.161 tamponi effettuati sono 863 i nuovi positivi (10,5%). I guariti/dimessi sono 5.104.
I dati di oggi, lunedì 4 gennaio
- i tamponi effettuati: 8.161 totale complessivo: 4.918.162
- i nuovi casi positivi: 863 (di cui 49 ‘debolmente positivi’)
- i guariti/dimessi totale complessivo: 407.902 (+5.104), di cui 3.509 dimessi e 404.393 guariti
- in terapia intensiva: 484 (-5)
- i ricoverati non in terapia intensiva: 3.227 (-40)
- i decessi, totale complessivo: 25.344 (+27)
I nuovi casi per provincia
- Milano: 243 di cui 89 a Milano città;
- Bergamo: 38;
- Brescia: 302;
- Como: 37;
- Cremona: 18;
- Lecco: 21;
- Lodi: 9;
- Mantova: 66;
- Monza e Brianza: 73;
- Pavia: 29;
- Sondrio: 0;
- Varese: 14.
Coronavirus: il raffronto con i dati di ieri, domenica 3 gennaio
«Particolato-virus, non c'è correlazione»
L'assessore all'Ambiente e Clima di Regione Lombardia, Raffaele Cattaneo, ha accolto con favore i risultati di uno studio congiunto tra l''Istituto di scienze dell'atmosfera e del clima' del Cnr e Arpa Lombardia, ora pubblicato su "Environmental Research". La ricerca ha analizzato le concentrazioni di Sars-CoV-2 in aria nelle città di Milano e Bergamo, studiando l'interazione con le altre particelle presenti in atmosfera. E conclude come il particolato atmosferico non favorisca la diffusione in aria del Covid-19.
«Questo studio, che coinvolge Arpa Lombardia al fianco del Cnr - dice Cattaneo - costituisce una collaborazione di grande rilievo. In effetti offre risposte scientifiche all'assenza di correlazione tra diffusione del Coronavirus e concentrazione di polveri sottili in atmosfera». La ricerca è stata condotta analizzando i dati, per l'inverno 2020, degli ambienti all'aperto delle città di Milano e Bergamo, dove si sono registrati tra i focolai di Covid-19 più rilevanti del Nord Italia.
«Dal punto di vista ambientale - prosegue l'assessore all'Ambiente e clima di Regione Lombardia - l'apporto che ha dato Arpa Lombardia è stato prezioso. Inoltre, lo studio aiuta la Pubblica amministrazione a comprendere meglio le dinamiche che si sono sviluppate nel periodo di massima diffusione dei contagi». Lo studio dimostra come particolato atmosferico e virus non interagiscano direttamente tra loro. Infatti nelle zone ad elevato inquinamento atmosferico, escluse le zone di assembramento, appare essenzialmente trascurabile la probabilità di maggiore trasmissione in aria del contagio negli ambienti esterni.
«Sono note da tempo da tempo - conclude l'assessore - le interazioni tra cattiva qualità dell'aria e incremento di malattie respiratorie. Restano confermate e sono tra le ragioni che muovono le nostre politiche per il miglioramento della qualità dell'aria. Precedenti studi avevano ipotizzato la correlazione diretta tra particolato atmosferico e diffusione del Covid-19. Un legame che oggi sembra non confermato. Ciò nonostante resterà alta la nostra attenzione nell'adottare politiche per il miglioramento della qualità dell'aria».