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Cronaca

Disastro sulla Statale 36: dal crollo alle indagini

Il cavalcavia ha ceduto intorno alle 17.20 di venerdì 28 ottobre. La vittima è Claudio Bertini di Civate

LO SCARICABARILE - I cittadini accusano: «quel ponte lo stavano controllando un'ora prima perché temevano il crollo. Perché non è stato impedito al tir di transitare?». I soccorsi sono ancora sul posto quando ha inizio lo "scaricabarile". ANAS e Provincia di Lecco si accusano reciprocamente. La società che gestisce la rete stradale italiana fornisce la prima ricostruzione dei fatti. "Il cantoniere Anas addetto alla sorveglianza del tratto della Strada Statale 36 al km 41,900, già attorno alle ore 14, avendo constatato il distacco di alcuni calcinacci del manufatto, ha disposto la loro rimozione e la parzializzazione della Statale in corrispondenza del cavalcavia"; poi passa la "patata bollente" alla Provincia, affermando che: "il cantoniere ha contattato gli addetti alla mobilità della Provincia e li ha sollecitati alla immediata chiusura della Strada Provinciale 49. Gli addetti della Provincia hanno richiesto un'ordinanza formale da parte di Anas, che implicava l'ispezione visiva e diretta da parte del capocentro Anas, il quale si è attivato subito, ma proprio mentre giungeva sul posto il cavalcavia è crollato". La replica da Lecco: "la ricostruzione dei fatti rappresentata dai comunicati stampa di Anas e dalle dichiarazioni dei loro responsabili non collima con le informazioni sull'accaduto in possesso della Provincia di Lecco". ANAS ribatte: "il trasporto eccezionale aveva un peso di 108 tonnellate e non era stato autorizzato da ANAS, che peraltro non ha in gestione la viabilità sulla SP 49". La strada, però, sembra "di nessuno" quando la Provincia risponde: "il ponte crollato, che collega i comuni di Cesana e Suello con Annone Brianza, è di proprietà e quindi di competenza di ANAS; si precisa - inoltre - che il tir precipitato non era un trasporto autorizzato dalla Provincia di Lecco". È la ditta proprietaria del tir, la Nicoli Trasporti Spedizioni spa di Albino (BG), a controbattere: "all'atto del sinistro, il proprio mezzo viaggiava nel pieno rispetto dell'autorizzazione rilasciata dalla competente Amministazione Provinciale e delle norme del codice della strada che disciplinano il trasporto eccezionale".

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