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Cronaca

Faida tra rapper, Simba La Rue risponde alle domande del giudice

Il trapper lecchese arrestato venerdì ha risposto a tutte le domande dell'interrogatorio di garanzia. Avanzata la richiesta di arresti domiciliari

Si è presentato in stampelle davanti al gip di Milano per l'interrogatorio di garanzia Simba La Rue, al secolo Mohamed Lamine Saida, a San Vittore da venerdì 29 luglio con l'accusa di rapina, lesioni e sequestro di persona. Il trapper  lecchese - come illustrato in un articolo dei colleghi di MilanoToday - ha risposto a tutte le domande poste dal giudice (Guido Salvini) e chiarito la sua posizione, ha spiegato il suo avvocato Niccolò Vecchioni. Simba La Rue, inoltre, ha ammesso di aver partecipato all'aggressione in Porta Venezia "come risposta a quella subita dall'amico a Padova, ma ha escluso categoricamente di voler rapinato le vittime", ha precisato il legale del giovane.

Riguardo all'episodio del 9 giugno nei confronti del rivale Baby Touché "Ha escluso la sussistenza del reato di sequestro di persona, ha ammesso la colluttazione con il trapper ma non di averlo caricato a forza in macchina", ha puntualizzato il legale. Non solo, secondo quanto riferito dall'avvocato il video pubblicato sui social sarebbe servito per aumentare la visibilità e ottenere clamore sui social perché l'obiettivo era fare una canzone insieme. Collaborazione che non si è mai concretizzata perché una settimana dopo Simba La Rue è stato aggredito e accoltellato.

Durante l'interrogatorio si è parlato anche dell'accoltellamento avvenuto a Treviolo (Bergamo) davanti alla casa della fidanzata dell'artista. Il trapper ha dichiarato di non sapere da chi è stato ferito perché tutte le persone che hanno partecipato all'azione erano bardate. Proprio in seguito all'aggressione il trapper avrebbe acquistato (da alcuni nomadi) la pistola e i proiettili che le forze dell'ordine hanno trovato nella sua abitazione di Como dove vive con i genitori.

Nel frattempo l'avvocato di La Rue ha detto che ha avanzato la richiesta di arresti domiciliari. "Il mio assistito è molto provato, è in condizioni di grave infermità fisica, dovrà essere sottoposto a Monza a un nuovo intervento chirurgico - ha aggiunto l'avvocato -. Lui, come gli altri arrestati, ha sicuramente compreso il disvalore delle azioni, in lui è emerso un sentimento di rammarico". Il gip potrebbe decidere nelle prossime ore sulla richiesta avanzata.

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