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Il caso / Premana

Forbici di Premana bloccate in dogana: “Non sono false”

I prodotti della Gimap, colosso valsassinese, sono stati fermati per una presunta contraffazione dei marchi

“Nessuna contraffazione”. Risponde così la Gimap di Premana alle accuse per il caso delle forbici sequestrate alla dogana comasca. Riavvogliamo il nastro: il 24 gennaio i militari della Guardia di Finanza di Como e i funzionari Adm di Como (Sezione Operativa Territoriale) di Montano Lucino hanno sequestrato circa 126mila forbici e altri utensili da taglio, confezionati in 1.138 scatole, importati dalla Cina e pronti per la vendita al dettaglio.

I controlli eseguiti dai doganieri hanno fatto emergere delle irregolarità sia in materia di tutela del Made in Italy, per quanto riguarda l'indicazione di origine, sia in materia di Codice del Consumo, perchè mancavano indicazioni precise su nome, sede e indirizzo del soggetto importatore. I militari e i funzionari doganali, hanno notato che il marchio aziendale italiano, quello dell'azienda valsassinese, era messo sui prodotti senza alcun riferimento all’origine ed alla provenienza estera delle merci e hanno constatato l’assenza di attestazioni del titolare o del licenziatario del marchio per quanto riguarda le informazioni relative alla tracciabilità degli utensili.

Hanno quindi sequestrato, amministrativamente, le 126mila forbici professionali potenzialmente pericolose e hanno segnalato alla Camera di Commercio di Como-Lecco il titolare della società di capitali, un italiano, per la violazione della normativa sul Made in Italy e del Codice del Consumo, che prevedono sanzioni amministrative che vanno rispettivamente, da 10.000 euro a 250.000 euro e da 516 euro a 25.823 euro.

La Gimap respinge le accuse

La Gimap di Premana ha scelto la via della nota ufficiale per respingere le accuse: “All’azienda non è mai stata contestata nessuna contraffazione. Il sequestro cautelativo è derivato unicamente dalla mancanza di un documento amministrativo doganale: l’attestazione circa le informazioni sulla fase di commercializzazione e sulla effettiva origine estera del prodotto. Non è un caso che la Camera di Commercio di Como-Lecco, una volta entrata in possesso della documentazione richiesta, abbia disposto con immediatezza il dissequestro della merce, applicando la sanzione minima dovuta per il verbale di contestazione. E ad oggi la merce si trova già nei magazzini aziendali. Non è quindi assolutamente vero che Gimap ha contraffatto o taroccato le 126.000 forbici cinesi come ‘Made in Italy’, o con il marchio di qualità ‘Premana’”.

L'azienda ricorda la propria storia: “Gimap Srl, con i suoi 55 dipendenti, è il più importante produttore di forbici di Premana, con circa 5 milioni di pezzi prodotti ogni anno nel suo stabilimento che si sviluppa su una superficie di 4.500 mq in località Giabbio, dove sono attive un centinaio di macchine automatizzate. Una realtà industriale, dunque, con una lunga storia e tradizione di serietà, oltre ad una consolidata vocazione produttiva, testimoniata dai quasi 15 milioni di euro di fatturato, con un’esportazione che supera l’80% in 50 Paesi del mondo. Gimap crede molto nel marchio collettivo di qualità ‘Premana’, per il quale negli anni si è sempre spesa attivamente. Gimap, con la sua produzione, è orgogliosa di rappresentare il ‘made in Premana’:  i suoi prodotti - sia quelli venduti a marchio di qualità ‘Premana’, sia quelli realizzati per conto di altri primari player mondiali - sono costruiti con i più elevati standard qualitativi”.

L'importazione funziona così: “Questo, tuttavia, non vieta a Gimap, per completezza di gamma, di importare alcuni prodotti dall’estero e rivenderli, con uno dei propri marchi, come merce di origine estera, così da poter soddisfare anche le esigenze di una certa fascia di clientela. Tale merce di importazione, si sottolinea, non rappresenta che circa il 5% della quantità di forbici venduta annuale”.

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