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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

I funerali di Antonietta. "Ciao nonna, sei il mio faro. Ti porterò nel cuore"

Il toccante pensiero della nipote Martina alle esequie della donna malata uccisa dal marito 86enne. Il sacerdote: "La pace del Signore vi aiuti a guardare avanti"

"Insieme mi avete insegnato i valori della vita: forza, coraggio, sincerità. Siete stati un porto sicuro nei momenti peggiori. La vostra porta di casa era anche la mia. Separati forse nel modo più brutale che possa esistere. Non doveva andare così. Ciao nonna. Ti ricordo per la tua disponibilità, la generosità, la sensibilità. Solo il nonno sa quante calze bucate mi hai cucito. Sarai sempre con me nel cuore". Sono alcune della parole più toccanti scritte dalla nipote Martina e lette al funerale di Antonietta Vacchelli, la donna di 86 anni, malata, uccisa dal marito Umberto Antonello nella loro casa di via dell'Eremo. Una tragedia famigliare dettata dal dolore. In tanti a Germanedo hanno voluto stringersi intorno ai loro parenti in occasione dell'ultimo saluto tributato ad Antonietta nella chiesa parrocchiale del rione lecchese. E in molti si sono commossi nel sentire le parole della nipote, seduta in prima fila insieme alla sorella Chiara e al papà Stefano.

"Cara nonna, resterai nel mio cuore. Ciao nonno, ti aspetto. E come mamma e papà vi vorrò bene sempre"

"Il mio essere testarda dovrò pure averlo preso da qualcuno, da qualcuno che con quella testardaggine nella vita si è fatta rispettare, ne ha passate tante, ma non ha mai mollato - ha scritto Martina - Ti ricordo così, seduta all'angolo destro del divano. Non sarò mai ai tuoi livelli come cuoca, ma porterò sempre alti i tuoi insegnamenti. Ciao nonna sei stata e sarai sempre il mio faro. Altre parole non servono, Porterò sempre alto il tuo nome, fiera della persona che sei. Tocca a me vivere, non più solo per me, ma anche per voi. Ciao nonna, ti porterò nel cuore. Ciao capo (rivolta al nonno), ti aspetto a braccia aperte. E come mamma e papà vi voglio bene, sempre".

L'uscita del feretro dalla chiesa dopo i funerali.

Il funerale è stato concelebrato da don Andrea Bellani della parrocchia di Germanedo, da padre Angelo Cupini e don Francesco Scanziani che ha letto il pensiero finale, richiamando il dolore di Gesù sulla croce. "Si soffre di più sulla croce, o ai piedi della croce? Così si domandava una giovane mamma, dal suo letto dell'hospice, capovolgendo la preoccupazione di tutti e dimostrando che anche nei momenti più dolorosi e tristi, quando si vuole bene non si smette mai di preoccuparsi degli altri. Queste parole mi hanno ricordato Gesù, anche lui sulla croce. Nel momento in cui muore vittima non pensa a sè, ma guarda alla sua famiglia, lì, ai suoi piedi. Desidera che non si sentano soli, che il vuoto lasciato dalla sua partenza sia colmato. Li affida gli uni agli altri. Vuole che vivano, che guardino avanti e non indietro. Anche nel momento della morte, pur senza negare il dolore, il Signore vuole farci arrivare un gesto di cura, una parola di rassicurazione, un invito a continuare a vivere come lui ci ha insegnato".

"Anche la croce può diventare non un punto di arrivo, ma un nuovo punto di partenza. Un invito alla vita, all'unità e alla pace. Guardando così questo momento - ha concluso don Francesco - anche noi da questa croce possiamo sentire una parola di pace che ci arriva. Auguro a tutti voi, ma soprattutto a te Stefano, a Chiara, a Martina e al nonno, che arrivi quella parola di pace che lo sguardo di Dio ci vuole portare. E di sentire la sua pace e quella di coloro che come la nonna ora sono con lui in lui, che vi vedono e vogliono il vostro bene".

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