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Cronaca Garlate / Via Statale

Garlate, anziana aggredita dal figlio: l'accusa è di tentato omicidio

I carabinieri di Merate hanno ricostruito la dinamica del fatto

Nella serata del 5 aprile 2016, i Carabinieri del NORM della Compagnia di Merate, al termine di ininterrotta attività d’indagine, avviata nelle prime ore della stessa mattina, traevano in arresto Fabrizio Alborghetti, 51enne di Garlate, con l’accusa di avere tentato di uccidere l’anziana madre dopo averne inscenato l’aggressione da parte di ignoti malviventi.

Come ricostruito nel corso della lunga giornata d’indagini dagli inquirenti, verso le ore 00,30 circa del 5 aprile u.s., la signora Ermanna Panzeri, classe 1932, vedova, mentre dormiva nel letto della propria abitazione di Via Statale di Garlate, ove vive da sola, veniva aggredita da uno sconosciuto, rimasto sempre al buio, il quale, utilizzando della pellicola trasparente da alimenti e del nastro in loktite (comunemente detto “americano”), cercava di soffocarla coprendole con forza il naso e la bocca impedendole di respirare.

Solo la pronta, quanto energica ed inaspettata reazione della donna, impediva all’aggressore di portare a termine l’efferata azione delittuosa; difatti la signora, mentre con una mano riusciva a liberare le vie respiratorie, con l’altra premeva più volte il dispositivo elettronico di emergenza posizionato sul comodino con il quale si attivavano automaticamente delle telefonate di allarme dirette ai propri familiari.

Nonostante ciò il malvivente cercava ancora di chiuderle la bocca con le proprie mani, ma l’anziana, ingaggiando una breve e decisa colluttazione con lo sconosciuto, che le provocava ampi lividi sulle mani, riusciva a liberarsi definitivamente dalla morsa dell’aggressore, iniziando ad urlare chiedendo aiuto ed accendendo le luci della camera. L’assalitore si dava così ad una fuga precipitosa, lasciando però numerose tracce del proprio passaggio.

Arrivati in breve tempo i parenti presso la casa della donna ed appreso quanto accaduto, allertavano immediatamente i soccorsi.

In pochissimi minuti giungevano sul posto i Carabinieri delle Stazioni di Olginate, Casatenovo, Costa Masnaga e del Nucleo radiomobile di Merate, che attivavano un immediato e capillare dispositivo di ricerca in tutta l’area, finalizzato ad individuare gli aggressori in fuga.

Mentre erano in corso le conseguenti attività tecniche finalizzate alla ricerca delle tracce, durante le quali veniva campionato, fotografato, repertato e sequestrato un consistente quantitativo di  materiale ritenuto di elevato interesse investigativo, alle ore 03,45 giungeva notizia che il sopra indicato figlio della vittima, Alborghetti, era stato occasionalmente soccorso da un’ambulanza in transito nei pressi del ponte Manzoni (c.d. terzo ponte) a Pescate, mentre vagava in stato di shock vicino alla Statale, e trasferito poi presso il Pronto Soccorso dell’Ospedale di Lecco ove gli venivano prestate le cure necessarie.

 L’uomo, completamente bagnato, affermava di essere stato a sua volta vittima della banda di malviventi che avevano qualche ora prima aggredito la propria madre in Garlate, e di essere stato quindi sequestrato e buttato nel lago con le mani legate.

Secondo la versione fornita dall’uomo al personale dell’Arma che nel frattempo lo aveva raggiunto, questi riferiva che verso le 00,30 precedenti, mentre stava entrando nell’abitazione della madre con l’intenzione di prelevare degli effetti personali ivi custoditi, era stato aggredito alle spalle da due o più persone che, dopo averlo immobilizzato e legato ai polsi, averlo incappucciato ed avergli chiuso la bocca con dello scotch, lo avevano trattenuto nell’atrio della casa mentre altri complici erano saliti verso la zona abitata, con lo scopo di aggredire la madre.

Fallita l’azione delittuosa, i malviventi, dopo averlo fatto passare attraverso la cantina ed il garage della palazzina, lo avrebbero fatto entrare con forza all’interno di una macchina posteggiata sul retro della casa per poi dirigersi velocemente fino al parcheggio del Ponte Manzoni di Pescate, ove lo avrebbero trascinato e gettato nelle gelide acque del lago, togliendogli solo il cappuccio ma lasciandolo legato ai polsi.

Sin da subito la versione dell’uomo presentava incompatibilità con gli elementi e le tracce raccolte dagli investigatori, nonché risultava parzialmente incongruente con le testimonianze rese dai vicini di casa dell’anziana.

Le analisi delle telecamere di videosorveglianza comunale di Pescate, quelle delle vicine abitazioni ed attività produttive ubicate nelle zone limitrofe, le tracce raccolte sul posto nonché tutta una serie di elementi raccolte dai carabinieri durante la giornata di frenetiche e spedite indagini, hanno invece consentito agli uomini del NORM di Merate di acquisire un completo e solido quadro probatorio a carico di Alborghetti, il quale, davanti all’evidenza delle prove, ammetteva le proprie responsabilità in ordine ai fatti contestatigli.

Alla luce di ciò, sentito il Pubblico Ministero di turno presso la Procura della Repubblica di Lecco, Dottor Nicola Preteroti, che concordava con le ipotesi investigative degli operanti, l’indagato veniva dichiarato in stato di arresto per il reato di “Tentato omicidio aggravato” e, una volta espletate le formalità di rito, trasferito presso la Casa Circondariale di Lecco a disposizione della predetta A.G., in attesa della prevista udienza di convalida.

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