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Cronaca

Frode fiscale per oltre 20 milioni di euro, coinvolte aziende lecchesi

Le società coinvolte, tra Piemonte e Lombardia, sono 37; 20 i soggetti denunciati

20 milioni di euro di fatture false, 37 società coinvolte, 20 soggetti denunciati. I numeri - questi - di una complessa attività di Polizia Giudiziaria e Tributaria, condotta dalla Finanza di Chivasso, che ha coinvolto (anche) aziende lecchesi.

L'inchiesta è scaturita dopo accurate indagini che hanno coinvolto, a vario titolo, 20 persone responsabili di condotte criminose, quali l'emissione e l'utilizzazione di fatture per operazionni inesistenti, l'occultamento e la distruzione di scritture contabili, nonchè l'omessa presentazione delle previste dichiarazioni fiscali. In un caso, inoltre, il rappresentante legale di una delle imprese controllate è stato denunciato per truffa aggravata ai danni dello Stato per l'ottenimento di erogazioni pubbliche.

Le frodi - risalenti al periodo dal 2010 al 2014 - sono state rese possibili grazie a 3 imprese attive nel Chivassese e a Torino, risultate "cartiere", cioè soggetti fiscali creati ad arte al solo fine di produrre fatture per operazioni inesistenti a favore di numerosissimi "clienti", che - a loro volta - e ne sono avvalse per frodare il Fisco in sede di dichiarazioni dei redditi.

Le 3 società fittizie - formalmente costituite per svolgere, rispettivamente, l'attività di assemblaggio di penne e rossetti, la fornitura di servizi informatici e la costruzione di edifici - hanno emesso false fatture in molteplici e inverosimili settori commerciali (ad es. lavori di cantieristica, noleggio e manutenzione di automezzi, campagne pubblicitarie, commercio di strumenti per esami diagnostici).

Le indagini della Guardia di Finanza hanno consentito di delineare un'unica mente organizzativa degli illeciti: un uomo di Chivasso di 46 anni, C. C. le iniziali, che - con interessi tra l'Italia e la Svizzera - intestando fittiziamente le "cartiere" a collaboratori compiacenti reclutati sul territorio, mere "teste di legno", ha messo in piedi un giro di fatture false per circa 20 milioni di euro, che ha interessato 37 aziende "utilizzatrici" dislocate tra le province di Torino, Vercelli, Cuneo, Varese e Lecco.

I finanzieri - esaminando i rapporti di conto corrente - hanno potuto verificare come gli ingenti bonifici ordinati dai clienti per saldare le false fatture venissero immediatamente prelevati in contanti, così da restituire parte del denaro ai "clienti" e trattenerne una parte per remunerare la propria attività illecita.

La Finanza - in conclusione - ha contestato un imponibile sottratto a tassazione per circa 7 milioni di euro nonchè un'IVA, complessivamente evasa, per circa oltre 5 milioni di euro e quantificati proventi illeciti ottenuti dal sodalizio criminoso per circa 500mila euro.

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