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Cronaca

Tragedia sul Pizzo Bernina, è un'impiegata lecchese la donna precipitata assieme all'alpinista comasco

I due sono deceduti dopo un volo di 150 metri mentre affrontavano il canalone Folatti

È un'impiegata lecchese la donna che ha perso la vita assieme a un alpinista residente nel comasco (e non nel lecchese, come era emerso inizialmente) nell'incidente avvenuto sul Pizzo Bernina.

Secondo le prime informazioni emerse Marcella Bonfanti, esperta alpinista 43enne, e il 46enne Gian Angelo Franchina, di Alzate Brianza, sarebbero precipitati mentre percorrevano il canalone Folatti, tratto molto noto anche per la sua complessità, compiendo un "volo" di 150 metri che gli è risultato fatale.

I due erano partiti nella giornata di domenica 20 dicembre per risalire il versante del Pizzo Bernina, ma le ricerche sono partite solo oggi, martedì, dopo l'allertamento e il ritrovamento della loro auto in località Campomoro.

L'intervento di recupero delle due salme si è rivelato difficoltoso:  «I due corpi sono stati individuati dall'elicottero a un’altitudine di circa 3.400 metri - spiegano dal Soccorso alpino - nella posizione in cui si trovavano non era però possibile recuperarli per mezzo del verricello, quindi è stato necessario l’intervento delle squadre da terra di tecnici Cdel Soccorso alpino e speleologico, portate sul luogo dall’elicottero. Per raggiungere i due alpinisti, gli operatori si sono dovuti calare per circa 300 metri, in un’area soggetta a scariche di ghiaccio, neve e pietre; hanno quindi trasferito i corpi più in basso, fino alle pendici del canalone, dove l’elicottero ha potuto effettuare il recupero, con il supporto del tecnico di elisoccorso. Per i rilievi è intervenuta la Guardia di Finanza». L’intervento è terminato nel pomeriggio, poco prima che sopraggiungesse il buio.

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