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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Nel Lecchese un incidente d'auto su sei è causato da cinghiali e cervi: Coldiretti chiede "piano anti invasione"

Nel Lecchese si sfiorano in media 150 attacchi in un anno alle zone agricole, e nel 65% dei casi di tratta di incursioni di cinghiali

Un incidente su sei nelle strade extraurbane del Lecchese e del Comasco è causato da animali selvatici: è un dato importante quello che arriva dall'analisi di Coldiretti Lecco e Como, diffuso durante l'incontro di mercoledì 18 novembre, durante il quale i coltivatori hanno fatto il punto sulla fauna selvatica, sui danni all’agricoltura e sui pericoli per le persone.  

Dai dati emersi, nel Lecchese si sfiorano in media 150 attacchi in un anno alle zone agricole, e nel 65% dei casi di tratta di incursioni di cinghiali, che devastano le colture e rivoltano il terreno. Trattandosi di animali molto prolifici, spiegano da Coldiretti, l’opera di limitazione della popolazione per adesso ha dato scarsi risultati: a livello nazionale si arriverebbe al milione di esemplari.

Non sono solo i cinghiali, però, a combinare guai agli agricoltori lecchesi e comaschi: l’altro grande problema è causato dai cervi, anch'essi responsabili di distruggere i raccolti agricoli, danneggiare gli allevamenti e causare incidenti stradali.

L'ammontare totale dei danni causati dagli animali selvatici nel Lecchese e nel Comasco supera, in media, i 170mila euro l’anno, nelle sole province di Como e Lecco, dati che in ogni caso riflettono solo una parte della realtà: «Sempre più spesso gli agricoltori, scoraggiati, evitano di richiedere l’indennizzo - aggiungono da Coldiretti - senza contare i casi in cui ci sono state purtroppo anche vittime come la recente aggressione di una volpe ai danni di un anziano a Lanzo (Co) o nel bresciano dove quest’anno un agricoltore è stato caricato e ucciso da un cinghiale che tentava di scacciare dal proprio campo, poco lontano dalla porta di casa. Serve un piano interprovinciale che coinvolga le istituzioni, gli agricoltori, i cacciatori e anche le associazioni dei consumatori per decidere delle linee di intervento chiare per fermare l’invasione».
 

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