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Sabato, 20 Aprile 2024
Terribile / Calolziocorte

Omicidio Ziliani, ipotesi terribile: “Forse è stata sepolta viva”

Nel processo per la morte di Laura Ziliani è coinvolto anche Mirto Milano, 28enne lecchese che ha confessato prima di tentare il suicidio

Un dettaglio terribile arricchisce l'omicidio di Laura Ziliani: l'ex vigilessa 55enne di Temù potrebbe essere stata sepolta viva dopo essere scomparsa nel maggio del 2021 ed essere stata ritrovata morta due mesi più tardi. Infatti, non ci sarebbe la certezza che la donna fosse già senza vita quando i suoi assassini l'hanno sepolta sul greto del fiume Oglio. Un dettaglio terribile che è emerso durante il processo in Assise a carico delle figlie della vittima, Paola e Silvia Zani, 20 e 28 anni, e del fidanzato della maggiore, il 28enne lecchese Mirto Milani che ha confessato prima di minacciare il suicidio. C'è la possibilità che la vittima, stordita con una massiccia dose di benzodiazepine infilata in un muffin e poi soffocata, fosse ancora viva durante il trasporto dall'automobile al luogo in cui è stato rinvenuto il cadavere. 

Laura Ziliani è stata sepolta viva?

Un'ipotesi parzialmente esclusa dalla perizia del medico legale Andrea Verzelletti, citato dal pm Caty Bressanelli: “Avremmo dovuto trovare del terriccio nei polmoni. Ma è pur vero che se la respirazione della donna fosse stata fortemente compromessa non l’avremmo trovato. Le contrazioni muscolari in caso di morte si esauriscono subito. Fossero proseguite, avrebbero indicato che Laura era in vita”.

Il sospetto sarebbe nato da alcune confessioni di Milani a un compagno di cella, poi ritrattate. Il 28enne avrebbe raccontato i concitati momenti del delitto, con Laura Ziliani che veniva soffocata con un sacchetto di plastica, stretto con un cavo elettrico: Silvia e il fidanzato le stringevano le mani al collo, mentre Paola la teneva ferma. Secondo il resoconto fatto agli inquirenti, Milani si sarebbe sorpreso della "resistenza" della donna. Richiamato per una seconda deposizione, il compagno di cella di Milano ha confermato: "Aveva il dubbio che fosse viva, chiedeva anche a me un parere".

Secondo i consulenti di parte civile Fabio Scarpari e Rossella Gottardi, i movimenti sussultori sono "compatibili con la morte cerebrale, e il decesso non avviene in un istante. In caso di asfissia la morte subentra in 4-10 minuti". "Stabilire giorno e ora precisa della morte è impossibile - hanno aggiunto - Laura fu vista viva l’ultima volta la sera del 7 maggio, collochiamo il decesso la notte tra il 7 e l’8, e l’inumazione a ridosso della scomparsa. Riteniamo sia rimasta vittima di un’asfissia meccanica. Il sacchetto di plastica è lo strumento più compatibile".

“Hanno provato a sbloccare il conto”

Un altro testimone ascoltato giovedì in aula, un’operatrice del Caf di Lecco, ha invece raccontato di una strana telefonata arrivata dopo la scomparsa di Laura Ziliani: "Mi chiamò una donna dicendomi di essere la mamma del fidanzato di una ragazza la cui madre era scomparsa nei giorni precedenti, a Temù, nel Bresciano". Una richiesta che ha acceso subito il campanello d'allarme dell'operatrice: "Le ho detto che per effettuare l'operazione era necessario l'accertamento del decesso. Dopo un po' di insistenza le ho consigliato di rivolgersi ad un avvocato".

Un'altra testimonianza che ha contribuito ad aggravare la posizione di Mirto Milani è quella della vicina di casa di Laura Ziliani: "I genitori di Mirto si erano accasati nell’appartamento di Laura: avevano portato in casa giacche e vestiti, hanno cambiato anche le tende. E una settimana dopo, quando i ragazzi sono scesi in città, ci sono rimasti da soli". 

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