Migranti, l'onorevole Gian Mario Fragomeli in visita al centro di Lecco-Bione
Il sopralluogo con il collega Edoardo Patriarca, vicepresidente della commissione di inchiesta sul sistema di accoglienza, identificazione e trattamento dei migranti
Nel tardo pomeriggio di lunedì 26 l'onorevole PD Gian Mario Fragomelli, con il collega Edoardo Patriarca, vicepresidente della commissione di inchiesta sul sistema di accoglienza, identificazione e trattamento dei migranti, ha visitato il Centro temporaneo di accoglienza migranti di Lecco-Bione.
"Con la visita dell'hub del Bione gestito dalla Fondazione "Progetto arca onlus" abbiamo voluto verificare le condizioni dei profughi, lo stato dei lavori riguardanti i nuovi container temporanei montati in sostituzione delle tende, nonchè le normali attività di gestione", spiega Fragomeli, "In entrambi i casi il giudizio è più che positivo. In particolare abbiamo constatato la celerità dei tempi con cui viene ora effettuato il processo di riconoscimento delle persone ospitate".
Positivo anche l'esito della tavola rotonda organizzata a Montevecchia dall'onorevole PD in collaborazione con il sindaco, Sandro Capra. Tra i relatori dell'incontro anche Costantina Regazzo, direttore dei servizi della Fondazione "Progetto arca onlus".
Migranti, l'onorevole Gian Mario Fragomeli in visita al centro di Lecco-Bione
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"Molti profughi non vogliono essere identificati in Italia poichè il loro desiderio è quello di raggiungere altre destinazioni e, nonostante la spesa sostenuta finora si rilevante - quasi un miliardo di euro annui, in parte derivanti da fondi comunitari - l'Europa ha finalmente compreso come il fenomeno dell'immigrazione, con le sue enormi tragedie, non interessi solo ed esclusivamente il Mediterraneo", spiega Fragomeli, "Dei soldi che spendiamo, infine, circa il 56% va ai centri di accoglienza, il 26% viene utilizzato per i salvataggi in mare e il restante 18% è destinato alla salute e alla sicurezza dei migranti. Certo, è necessario lavorare per riorganizzarci e ripensare la distribuzione territoriale dei profughi, legando inoltre la spinta solidaristica alla percezione della sicurezza e, allo scopo di impedire che crescano preoccupazione e paure, è necessaria ora una normativa chiara e rigida".
"Resta da definire il sistema migliore per ridurre drasticamente i tempi di attesa tra la richeista di asilo e la data della convocazione per l'esame della Commissione preposta. Deve poi essere precisata la normativa che permette ai profughi di prestare attivitò di pubblica utilità e di stare quindi a contatto con la collettività, inserendosi così più facilmente nel tessuto sociale delle diverse comunità ospitanti", conclude l'onorevole Fragomeli.