Lecco, matrimonio d'urgenza negato: la "sposa" sarà risarcita
I fatti nel 2014. La Corte d'Appello di Milano ha confermato la sentenza del Tribunale di Lecco
Un risarcimento di 200mila euro per non aver potuto sposare l'amato, in fin di vita. Il Comune di Lecco dovrà, così, "ripagare" una donna che, nel 2014, aveva richiesto un matrimonio d'urgenza poiché il compagno era ricoverato in ospedale, gravemente malato.
La Corte d'Appello di Milano ha, infatti, confermato la sentenza del Tribunale di Lecco, contro cui il Comune aveva fatto ricorso.
I funzionari del Municipio di piazza Diaz, in qui concitati giorni, avevano chiesto ed ottenuto un certificato medico; ne serviva, però, uno - secondo quanto sostenuto dal Comune - nel quale fosse scritto "imminente pericolo di vita".
L'uomo, nel frattempo, era morto, non potendo coronare il suo ultimo desiderio.